Cop28, nuova bozza di accordo e tensioni sul futuro dei combustibili fossili
La conferenza sul clima Cop28 in corso a Dubai ha suscitato grande interesse a seguito della diffusione di una nuova bozza di accordo, ora ridotta a 21 pagine, che ha eliminato il riferimento esplicito all’”uscita” graduale dai combustibili fossili. La bozza sottolinea invece la necessità di una “riduzione profonda, rapida sia del consumo che della produzione di combustibili fossili in modo giusto, ordinato ed equo, in modo da raggiungere lo zero netto entro, prima o intorno al 2050, come raccomandato dalla scienza”. Sebbene il termine “uscita” non sia più citato, rimane l’indicazione di triplicare la capacità di energia rinnovabile e di raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030.
Il testo proposto esorta tutte le Nazioni a intensificare gli sforzi nelle tecnologie a zero e a basse emissioni, inclusi i settori come le energie rinnovabili, il nucleare, le tecnologie di abbattimento e rimozione, la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio, e la produzione di idrogeno a basso contenuto di carbonio. Tuttavia, anche nel corso della nuova Conferenza delle Nazioni Unite le tensioni persistono, soprattutto riguardo al futuro dei combustibili fossili.
Il presidente della Cop28, il sultano Al Jaber, ha sottolineato la necessità di compiere ulteriori progressi, affermando che, nonostante alcuni successi, “abbiamo ancora molto da fare”. L’India nel frattempo ha annunciato piani ambiziosi per raddoppiare la produzione di carbone a 1,5 miliardi di tonnellate entro il 2030, durante gli stessi giorni in cui si discute della graduale abbandono dei combustibili fossili.
Le divisioni tra le Nazioni rimangono però evidenti, con l’Arabia Saudita, l’Iraq e altri membri dell’OPEC che si oppongono a qualsiasi accenno di abbandono delle fonti fossili, sostenendo che ci si dovrebbe concentrare sulla riduzione delle emissioni invece che prendere di mira le fonti di carburante, come ribadito in una lettera inviata dall’OPEC ai suoi membri.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un appello urgente, sottolineando che sul fronte climatico “siamo quasi fuori tempo massimo” e che è fondamentale concentrarsi sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sulla giustizia climatica.
Nonostante le divisioni, la conferenza ha prodotto alcuni impegni importanti, tra cui l’obiettivo di triplicare la diffusione delle energie rinnovabili e dell’energia nucleare, ridurre l’uso di carbone e diminuire le emissioni di metano. Tuttavia l’Agenzia Internazionale per l’Energia avverte che, sebbene sostanziali, questi impegni coprono solo un terzo del divario rispetto alle emissioni che vanno eliminateper limitare il riscaldamento a 1,5°C, come concordato nell’accordo di Parigi del 2015.
Il tempo stringe mentre la Cop28 entra nella fase finale dei colloqui, con il presidente Al Jaber che esorta i negoziatori a essere pronti ad accettare compromessi, poiché a questo punto “il fallimento non è un’opzione”. Nel rush finale il lavoro diplomatico assume un ruolo cruciale mentre il mondo aspetta di vedere se l’accordo sul clima sarà in grado di rispondere alle sfide climatiche globali in modo efficace e ambizioso.
Pietro Broccanello