Israele, Netanyahu: “Nessuno ci fermerà”. E Tajani chiede una reazione “proporzionata”
La Corte internazionale di giustizia è chiamata a esprimersi sulla causa intentata dal Sudafrica contro Israele, accusato di perpetrare un genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, ma Tel Aviv non ha intenzioni di fermarsi nel suo tentativo di eliminare Hamas, qualunque sia il giudizio del Tribunale dell’Aia. È questa, perlomeno, l’impressione che deriva dalle recenti parole di Benjamin Netanyahu: “Nessuno ci fermerà” ha dichiarato il premier israeliano secondo quanto riportato dall’Ansa, “né l’Aia, né l’asse del male, né altro”. Secondo Yoav Gallant, ministro della Difesa nel governo di Netanyahu, Israele sta “combattendo la guerra più giusta della nostra storia”.
Il conflitto con Hamas ha superato i 100 giorni: in questo arco di tempo le forze armate israeliane hanno colpito circa 30.000 obiettivi e ucciso più di 9.000 membri delle forze ostili nella Striscia si Gaza, secondo quanto spiegato dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Tra gli alti ranghi, sarebbero stati eliminati due comandanti di brigata, 19 comandanti di battaglione e più di 50 comandanti di compagnia di Hamas. Per quanto riguarda il fronte con Hezbollah nel Libano del Sud, Tel Aviv avrebbe ucciso circa 170 “terroristi” e colpito 750 obiettivi. Risultati che, tuttavia, non sembrano essere sufficienti per poter parlare di fine del conflitto a breve termine.
Gli Stati Uniti continuano a sostenere Israele ma cercano anche di “contenere” la furia degli israeliani. La Casa Bianca ha dichiarato che “è il momento giusto” per diminuire l’intensità dell’offensiva dentro la Striscia. Per quanto riguarda la situazione a Gaza, infatti, John Kirby, portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, ha detto alla CBS che Washington ha parlato con Tel Aviv “di una transizione verso operazioni a bassa intensità”. Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha affermato che “gli Stati Uniti sono con voi [Israele] e non ci fermeremo finché non vi sarete riuniti ai vostri cari. Continuiamo a lavorare 24 ore su 24 per garantire il rilascio di ogni ostaggio”, ma l’augurio è che si possa passare a una fase meno feroce dei combattimenti. Una posizione condivisa anche dall’Italia. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che la reazione di Israele al massacro del 7 ottobre è “necessaria” ma “ci sono troppi morti”. “Continuiamo a ribadire che Israele ha diritto all’autodifesa” ha spiegato il titolare della Farnesina a Rtl 102.5, “ma la reazione deve essere proporzionata. Non si tratta di genocidio, come dice qualcuno, ma deve essere proporzionata”.