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    Intelligenza artificiale e rischi per i posti di lavoro

    Intelligenza artificiale e rischi per i posti di lavoro
    L’intelligenza artificiale sta rapidamente guadagnando terreno e non è già più una novità il suo impatto dirompente sull‘economia globale del mercato del lavoro. La trasformazione tecnologica in atto rischia di travolgere una significativa percentuale di posti di lavoro in tutto il mondo, generando ineguaglianze sociali crescenti e accentuando tra l’altro il divario tra Paesi ricchi e poveri.
    Il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato l’allarme attraverso un rapporto presentato in occasione del World Economic Forum di Davos. In un momento in cui si accende il dibattito sull’uso di applicazioni come ChatGPT e sull’impiego dei robot nel settore produttivo, lo studio mette in guardia la comunità internazionale sui pericoli di uno sviluppo incontrollato dell’IA. L’imperativo ormai è chiaro: porre la questione al centro dell’agenda politica globale e agire rapidamente per mitigare l’impatto che le nuove tecnologie avranno soprattutto sulle categorie di lavoratori più vulnerabili, molte delle quali rischiano di vedere scomparire le proprie figure professionali per sempre.
    Il rapporto identifica i lavoratori più a rischio, quelli la cui attività sarà completamente sostituita dalle nuove tecnologie a causa della loro bassa complementarietà con l’intelligenza artificiale. Tra questi, troviamo gli operatori di telemarketing e i dipendenti dei call center, ma anche i lavapiatti e gli artisti. Al contrario, le professioni ad alta complementarietà con l’IA, come i chirurghi, i giudici e gli avvocati, sembrano più al sicuro, per così dire. In altri termini queste figure possono beneficiare del supporto dell’intelligenza artificiale senza rischiare di essere completamente sostituite nella loro capacità di svolgere compiti che richiedono intelligenza umana.
    Kristalina Georgieva, direttrice del FMI, afferma che circa la metà dei posti di lavoro correlati all’IA potrebbe trarre grandi benefici in termini di crescita della produttività. Tuttavia l’altra metà rischia di subire la sostituzione delle attuali mansioni umane da parte dell’IA, con conseguente riduzione della domanda di lavoro, salari più bassi e una diminuzione delle opportunità di impiego. In casi estremi, avverte la Georgieva, alcuni di questi lavori potrebbero addirittura scomparire del tutto.
    Il rapporto degli esperti del FMI sottolinea inoltre come le scelte dei Paesi riguardo ai diritti di proprietà dell’IA, nonché le politiche redistributive e fiscali, determineranno il suo impatto sulla distribuzione del reddito e della ricchezza. È cruciale che tutti i Paesi mettano in atto reti di sicurezza sociale complete e offrano programmi di riqualificazione professionale per i lavoratori più vulnerabili.
    Pietro Broccanello

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