Suez, la crisi del Canale analizzata da Coldiretti
Avevamo già parlato la scorsa settimana delle criticità legate alla crisi del Canale di Suez, e delle ripercussioni che ne sarebbero potute derivare per l’economia europea, in particolare per quella del nostro Paese. Proprio in questi giorni, infatti, a riconferma di quanto già evidenziato, l’analisi condotta da Coldiretti sulla base di dati ISTAT, evidenzierebbe rilevanti conseguenze sull’export agroalimentare italiano in Asia, che oggi vale ben 5,5 miliardi. Sottolinea infatti Coldiretti, che le merci arrivano in Oriente per il 90% via mare ed un’eventuale circumnavigazione del Capo di Buona Speranza porterebbe a lungaggini e costi insostenibili.
La crisi del comparto alimentare – spiega Coldiretti – riguarda principalmente i prodotti deperibili come l’ortofrutta fresca, che con l’allungamento dei tempi potrebbe creare problemi di conservazione del prodotto. La principale preoccupazione è che con il protrarsi di questo stallo nella zona ci sia un serio rischio di perdere fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare.
L’allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette ad evitare il Canale di Suez, ha portato ad aumenti vertiginosi del costo dei trasporti marittimi e dei tempi di percorrenza per moltissimi settori (in primis per quello petrolifero e dell’automotive), con una riduzione del traffico marittimo del canale già rilevata attorno al -70%.
Andrea Valsecchi