Giordania, morti tre soldati statunitensi dopo attacco con droni. Biden accusa l’Iran: risponderemo
Domenica una base militare statunitense situata nel nord-est della Giordania, a ridosso del confine con la Siria, è stata oggetto di un attacco con droni che ha provocato la morte di tre soldati americani. Il Comando Centrale degl Stati Uniti (CENTCOM) ha confermato che otto persone sono state evacuate mentre ci sono oltre 30 persone ferite, un numero tuttavia destinato a salire. Il CENTCOM ha dichiarato che questa base, chiamata ‘Torre 22’, conta circa 350 membri delle forze militari Usa, dispiegati “per svolgere una serie di funzioni di supporto fondamentali, compreso il sostegno alla coalizione per la sconfitta duratura dell’ISIS”.
Il presidente Joe Biden ha accusato le milizie finanziate dall’Iran assicurando che Washington “risponderà” a quanto accaduto. Teheran, tuttavia, ha rigettato l’accusa specificando che l’Iran “non ha alcun legame e non ha nulla a che fare con l’attacco alla base statunitense”, secondo quanto ha detto il rappresentate iraniano presso le Nazioni Unite all’IRNA, l’agenzia di stampa della Repubblica islamica. Ciononostante, l’attacco è stato rivendicato dalla Resistenza islamica, una milizia sostenuta dalla teocrazia iraniana. Un portavoce di questa organizzazione ha dichiarato che “se gli Stati Uniti continuano a sostenere Israele, ci sarà un’escalation”.
L’escalation, tuttavia, è già in atto dal momento che si tratta del primo attacco dal 7 ottobre contro le truppe statunitensi in Giordania e la situazione rischia di aggravarsi a seconda dell’entità della risposta militare di Washington. Il massacro di Hamas del 7 ottobre e la risposta di Tel Aviv rimangono, quindi, il fulcro delle rinnovate tensioni in Medio Oriente. Le cancellerie internazionali continuano a lavorare incessantemente per una tregua duratura nella Striscia di Gaza ma non è semplice avere a che fare con Hamas. All’indomani del vertice di Parigi tra Stati Uniti, Egitto e Qatar, infatti, il gruppo terroristico palestinese ha dichiarato che il successo di questo summit dipende “dal fatto che Israele accetti di porre fine all’aggressione globale alla Striscia di Gaza”, come spiegato da un funzionaro di Hamas, ripreso da Al Jazeera. I terroristi avrebbero richiesto anche la liberazione di tutti i palestinesi detenuti nelle carceri israeliani.