Crisi del Maro Rosso, l’Ocse avverte: da attacchi rischio +0,4 punti inflazione. E gli Houthi minacciano l’Italia
La discesa dei prezzi in Europa e in altri Paesi deve fare i conti con la crisi in Medio Oriente. Ieri l’Ocse ha aggiornato il suo outlook sulle previsioni dell’economia globale e ha lanciato un avvertimento. Gli attacchi del gruppo filo iraniano degli Houthi contro le navi che passano dal Mar Rosso, “potrebbero aggiungere fino a 0,4 punti percentuali all’inflazone dei prezzi nell’area Ocse per la fine dell’anno” nel caso persistessero. Lo ha dichiarato Marhias Cormann, Segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Nella prima metà del 2023 dal Mar Rosso è passato circa il 12% del commercio marittimo globale ma nell’ultimo anno è diminuito di circa il 30%, secondo il Fondo Monetario Internazionale.
Per il momento, dunque, la risposta occidentale agli attacchi Houthi non sembra fermare le preoccupazioni, eppure quel tratto di mare rimane cruciale. Secondo il ministro degli esteri Antonio Tajani, “non possiamo permetterci di non poter passare attraverso Suez” dal momento che “il danno economico” e sul fronte della “competitività”, sarebbe altissimo. Parole pronunciate ieri a La Spezia mentre il capo della diplomazia italiana saliva a bordo della nave Vulcano, arrivata in Italia con una sessantina di profughi plaestinesi di Gaza tra cui alcuni bambini che hanno bisogno di cure specialistiche.
L’Italia fa parte dell’Operazione Aspides, una missione di cui avrà il comando tattico e che ha come obiettivo garantire la libera navigazione del Mar Rosso, permettendo così il ripristino del normale flusso di merci. Roma non partecipa ai raid aerei americani contro obiettivi dei ribelli in Yemen, eppure sono arrivate minacce. Ieri, in un’intervista rilasciata a Repubblica, Mohamed Ali al-Houti, cugino del leader Houthi, Abdul-Malik al-Houti, ha assicurato che “l’Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all`aggressione contro lo Yemen”, invitando Roma a “rimanere neutrale”. Tajani ha spiegato che quella europea è una missione “di difesa operativa: se c’è un attacco si reagisce”. Sulla situazione influiscono anche i tentativi di trovare una tregua nel conflitto tra Israele e Hamas sui quali “non c’è un calendario preciso” come ha spiegato il Consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan. “Non posso dire che sia dietro l’angolo” ha dichiarato Sullivan alla Abc per quanto riguarda un accordo sugli ostaggi.