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    Martedì 6 febbraio, nel suo intervento al Parlamento Europeo, l’eurodeputato Massimiliano Salini ha sollevato un punto cruciale per il futuro dell’Unione Europea

    Martedì 6 febbraio, nel suo intervento al Parlamento Europeo, l’eurodeputato Massimiliano Salini ha sollevato un punto cruciale per il futuro dell’Unione Europea: l’importanza di cogliere la sfida della sostenibilità senza però che questa comprometta la competitività industriale del continente. Durante il dibattito sull’Obiettivo Climatico Eu2040, Salini ha voluto evidenziare come l’Europa rischi di perdere le proprie industrie a favore di altre regioni del mondo che osservano con interesse le politiche ambientali comunitarie, percependo queste ultime come uno strategico vantaggio competitivo di cui approfittare.
    In un intervento carico di significato, Salini ha messo in evidenza una questione fondamentale che incide sulla politica industriale europea: il delicato equilibrio tra sostenibilità e sviluppo economico. “Noi siamo il continente più sostenibile al mondo – ha detto Salini – ma le nostre aziende a elevato consumo energetico, come quelle nel settore della chimica, della siderurgia, della ceramica, del vetro e del cemento, non hanno più programmi di investimento solidi nell’Unione europea. Consolidano quel che c’è già, ma preferiscono poi investire altrove, in altri continenti”. Un preoccupante esodo industriale che scuote le basi stesse dell’Europa, dal momento che porta con sé un impatto sociale di vasta portata che rischia di compromettere gravemente settori cruciali come la ricerca e la capacità di innovazione del continente.
    In conclusione, l’appello di Salini è un richiamo alla responsabilità collettiva di trovare un equilibrio tra la tutela dell’ambiente e la salvaguardia del tessuto industriale e innovativo europeo, “perché avere un continente europeo sostenibile, ma senza aziende, senza industria, senza ricerca, vuol dire avere un’Europa senza un cuore.”

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