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    Nord Milano, tra Campari e Sesto San Giovanni è finita la red passion

    La multinazionale ha annunciato il trasferimento del suo quartier generale nel centro di Milano. In corso Europa 2, a pochi passi dal Duomo, la nuova sede per un investimento di circa 110 milioni di euro. Il trasferimento avverrà nel 2027, a Sesto San Giovanni rimarranno alcuni uffici e la Galleria Campari, museo che racconta la storia dell’iconica bevanda rossa.

    Campari dice addio a Sesto San Giovanni. Dopo 120 anni di presenza sul territorio sestese, eletto da Davide Campari per la costruzione del primo stabilimento agli inizi del ‘900 e dove oggi è ospitato il quartier generale del Gruppo, la multinazionale dell’aperitivo si congeda dalla città per approdare nel cuore del capoluogo lombardo. La notizia ufficiale del trasferimento è stata diffusa nei giorni scorsi in occasione della presentazione dei conti 2023 direttamente dal Ceo Robert Kunze-Concewitz.

    Un annuncio che poche ore dopo si è concretizzato con la sigla dell’operazione tra Campari Group e BNP Paribas Reim, società di gestione degli investimenti immobiliari del Gruppo BNP Paribas. Quest’ultima ha infatti ceduto alla multinazionale l’immobile di Corso Europa 2, a sua volta acquisito nel 2016 dalla famiglia Borromeo, che ospiterà il nuovo quartier generale di Campari. Un edificio di pregio, ad uso uffici, collocato tra San Babila e piazza Fontana, nel pieno centro di Milano. L’operazione, a quanto appreso, si aggira attorno ai 110 milioni di euro, cui andranno a sommarsi i costi necessari alla ristrutturazione dell’immobile di circa 10mila mq di superficie complessiva distribuiti su 13 piani, di cui 4 interrati.

    Per il trasferimento del quartier generale, come annunciato dal Ceo di Campari Group, saranno necessari almeno tre anni; dunque, l’addio vero e proprio non avverrà verosimilmente prima del 2027. Tempi necessari per ristrutturare la nuova sede e organizzare il trasloco da Sesto San Giovanni, dove comunque – almeno per il momento – rimarranno alcuni uffici amministrativi e la Galleria Campari, l’edificio progettato da Mario Botta attorno alla palazzina liberty un tempo sede del primo stabilimento Campari, che ospita la narrazione della storia dell’iconica bevanda rossa attraverso le immagini pubblicitarie realizzate dai maggiori artisti dell’epoca, tra cui Fortunato Depero – lo stesso che disegnò la famosa bottiglietta del Camparisoda -, ma anche caroselli, spot televisivi e cortometraggi di noti registi che hanno collaborato col brand, insieme ad un’area dedicata agli strumenti originali del mondo della miscelazione.

    Il capitolo sestese si chiude, ma non è un fulmine a ciel sereno perché la convenzione urbanistica sottoscritta a suo tempo prevedeva che Campari mantenesse in città il quartier generale solo per la durata della convenzione stessa. Allo scadere, il Gruppo, che ha in pancia oltre 50 marchi e conta 4.500 dipendenti, ha legittimamente optato per esplorare nuove opportunità di insediamento, trovando forse più funzionale allo scopo il trasferimento nel cuore del capoluogo lombardo dove troverà posto anche la nuova regione Emea.

     

    Micol Mulè

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