Mentre la Commissione Europea guarda alla difesa, la ministra dell’Energia del Belgio Tinne Van der Straeten mette in guardia sull’energia. Ieri Bruxelles ha svelato il suo piano per stimolare l’industria militare europea: tra i punti chiave le proposte per i Paesi Membri affinché comprino più armi da aziende europee. “Dobbiamo cambiare il paradigma e passare ad una modalità di economia militare. Ciò significa anche che l’industria europea della difesa deve assumersi maggiori rischi con il nostro sostegno”, ha affermato il commissario Ue per l’industria, Thierry Breton. Ma se quello della produzione bellica sarà il terreno di sfida più importante per l’Ue, non bisogna scordare le criticità sul fronte energetico.
La situazione dei prezzi del gas sul mercato è “relativamente buona” ma questo non significa che “siamo ancora fuori pericolo”. L’avvertimento arriva dalla ministra dell’Energia del Belgio, presidente di turno dell’Ue, Tinne Van der Straeten, la quale, al termine del Consiglio Ue Energia, ha spiegato che è “importante portare avanti gli sforzi compiuti dall’Ue per rafforzare ulteriormente la nostra futura architettura di sicurezza energetica”. Sono lontani i tempi in cui il gas, nell’estate del 2022, raggiungeva quotazioni più che decuplicate rispetto a prima dell’invasione russa, tuttavia i Paesi Europei non devono abbassare la guardia. L’Europa ha ridotto drasticamente l’import di gas russo e la Commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, ha dichiarato che “l’Ue non ha alcun interesse nel prolungare l’accordo” sul transito del gas russo attraverso il territorio Ucraino, siglato con Mosca e Kiev nel 2019. Accordo che scadrà il prossimo 31 dicembre. “Le importazioni in Ue di gas dalla Russia sono diminuite del 71% dal 2021, nel 2023 hanno contribuito solo al 15% del totale dell’import”, ha spiegato Simson. Il Consiglio Europeo riconosce che l’Ue è riuscita a diversificare, trovando partner più affidabili, ciononostante “la brutale invasione della Russia continua ancora, così come tutte le sue azioni deliberate volte a minare la sicurezza energetica dell’Europa”. L’unica certezza, spiega il Consiglio Ue in un comunicato, è che “l’abbandono dei combustibili fossili russi è un processo irreversibile”.