Lavoro, le sfide del 2024 per le imprese lombarde
In Lombardia il tasso di occupazione sfiora il 70% ed entro aprile sono previste oltre 270mila assunzioni (+9,5%). Il capoluogo lombardo è la provincia con il più alto numero di ingressi previsti, Como e Varese le più dinamiche per crescita. Secondo la società di recruiting HAYS la competenza sarà prioritaria nella ricerca dei talenti, battendo l’esperienza.
Carenza di personale, competenza preferita all’esperienza, più equilibrio tra persone e tecnologia e uso corretto dell’intelligenza artificiale, maggiore attenzione ai temi legati alla diversity, equity and inclusion e all’ambiente multigenerazionale, ma anche lavoro da casa e ritorno (obbligato) in ufficio. Sono queste le principali sfide che manager, capitani d’azienda e HR saranno chiamati ad affrontare nel corso del 2024 per trattenere o attrarre talenti, secondo l’analisi condotta dalla società di recruiting HAYS.
Un mercato, quello del lavoro in Lombardia, in continua evoluzione e che sta attraversando un momento positivo: nel terzo trimestre 2023 il tasso di occupazione nella regione sfiora il 70%, posizionandosi al di sopra della media nazionale (61,6%, fonte Istat). Numeri molto positivi che si riflettono anche nelle previsioni per i prossimi mesi: secondo l’elaborazione della società di recruiting HAYS sulla base dei dati “Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior”, da febbraio ad aprile le imprese lombarde prevedono di assumere 270.870 risorse, +9,5% rispetto allo stesso periodo del 2023 (in linea con la media nazionale). A livello territoriale, la provincia con il più alto numero di nuovi ingressi previsti, sempre nel trimestre, è Milano con oltre 126mila assunzioni, seguita da Brescia (34.780), Bergamo (25.600), Varese (16.480), Monza Brianza (16.240), Como (14.090), Pavia (9.060), Mantova (8.390), Cremona (6.940), Lecco (6.500), Lodi (3.410) e Sondrio (3.300), con Como e Varese più dinamiche per crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Entrando nel dettaglio dei principali trend del mercato del lavoro per il 2024, l’analisi prevede un cambio di paradigma nella ricerca dei talenti nel corso dell’anno: per il 75% dei responsabili delle selezioni, infatti, le competenze avranno un peso nettamente maggiore rispetto all’esperienza, diventando così una priorità assoluta per la propria azienda. Ma proprio la carenza di personale con competenze in alcuni ambiti, come quelle legate all’informatica (indicato dal 62% dei senior decision maker di tutto il mondo), sarà una delle principali sfide per il 2024.
Un’ulteriore tendenza da prendere in esame per i prossimi mesi riguarda l’equilibrio tra persone e tecnologia, specialmente alla luce dello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nel 2024 l’IA farà un ulteriore balzo in avanti, supportando le imprese in ogni tipo di attività per aumentare la produttività. Un indubbio beneficio che le aziende dovranno però saper gestire, assicurandosi che questa tecnologia venga sfruttata in modo appropriato e che le persone la percepiscano come un aiuto, non come una minaccia.
Negli ultimi anni è cresciuta anche la sensibilità verso i temi legati all’inclusione, ma ad oggi ben il 44% dei dipendenti si sente escluso dalle iniziative di diversity, equity and inclusion (DE&I) della propria azienda. Una cultura aziendale inclusiva può ridurre del 50% il turnover dei dipendenti; pertanto, nel 2024 ci si aspetta di registrare una maggiore attenzione all’integrazione di iniziative di DE&I.
Inoltre, per il 2024 bisognerà prestare una maggiore attenzione ai team multigenerazionali. A causa della difficoltà di reperimento di risorse qualificate, nel 2024 le aziende avranno la necessità di valorizzare ancora di più le proprie squadre con livelli di esperienza differenti. Per assicurarsi i talenti dovranno quindi non solo adottare una strategia retributiva competitiva, ma anche tenere conto della soddisfazione sul lavoro, della formazione e dell’avanzamento di carriera, e di come questi aspetti dovranno essere adeguati a supportare i dipendenti nelle diverse fasi della loro carriera.
C’è infine il tema del lavoro da casa che inizia a dividere dipendenti e imprese. Uno studio di Gartner condotto su oltre 4.000 dipendenti rivela che quasi quattro lavoratori su dieci sarebbero disposti a licenziarsi in caso venissero obbligati a rientrare in ufficio. Ma per il 2024, con il rallentamento della crescita della produttività a livello globale, quasi un quarto delle aziende prevede nei prossimi 12 mesi un cambiamento delle proprie politiche di lavoro ibrido, richiedendo una maggiore presenza in sede.