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    4 maggio: test sierologici e mascherine a prezzo fisso

    Con l’inizio della fase due dal 4 maggio dovrebbero cominciare una serie di test sierologici in tutta Italia, mentre il governo pensa a imporre un prezzo stabilito per l’acquisto delle mascherine.

    Dal 4 maggio verranno effettuati dei test sierologici che copriranno un campione di 150mila persone su tutto il territorio nazionale. È quanto riportato in conferenza stampa da Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza, il quale ha sottolineato che non ci siamo ancora liberati del virus, nonostante l’indice dei contagi, R0, sia sceso a un valore percentuale che oscilla tra 0,5 e 0,7.

    La regione Lombardia ha cominciato a effettuare i test sierologici già da giovedì 23 aprile e con l’inizio della fase 2 si prevede un’estensione a tutte le altre regioni. Tale test è in grado di individuare se il soggetto ha sviluppato gli anticorpi neutralizzanti, cioè quegli anticorpi in grado di attaccarsi alla proteina Spike del covid-19, impedendo così la replicazione di questo virus. Tuttavia, l’OMS ha fatto sapere che la presenza di questi anticorpi non garantiscono che il soggetto sia completamente immune: non ci sono sufficienti prove scientifiche che coloro che sono guariti dal covid-19 abbiano anticorpi in grado di proteggerli da una seconda infezione. Dunque per ora non è possibile rilasciare alcuna “patente di immunità”.

    Nel frattempo il governo sembra essere giunto a una soluzione per il problema delle mascherine. Nelle scorse settimane è scoppiata la polemica relativa ai prezzi gonfiati per ottenere questi oggetti indispensabili per fare qualsiasi attività fuori casa. Il commissario Arcuri ha dunque affermato che presto verrà stabilito un prezzo fisso per la vendita. Una misura necessaria dal momento che probabilmente sarà obbligatorio indossare questo tipo di protezione nei mesi a venire. Ragion per cui il problema riguarda anche i volumi di distribuzione. Arcuri ha fatto sapere che non ci saranno più problemi di approvvigionamento dal momento che è stato firmato un accordo con due imprese italiane al fine di realizzare 51 macchinari che produrranno tra le 400 e le 800mila mascherine al giorno, con l’obiettivo di raggiungere i 25 milioni di pezzi. Tali macchinari verranno comprati dallo Stato che provvederà anzitutto a distribuirle ai dipendenti dei trasporti pubblici, alle forze dell’ordine e a tutti coloro che lavorano nel sistema pubblico.

    Le scuole invece dovrebbero rimanere escluse dalla fase 2: il blocco dovrebbe dunque essere prolungato almeno per tutta l’estate, anche se gli esperti guardano con preoccupazione anche a una eventuale riapertura a settembre. Sul tavolo ci sono diverse ipotesi, tra cui l’idea di suddividere gli studenti di una classe in più gruppi, alternando la presenza a scuola con le lezioni online. Oppure dividere gli alunni in due gruppi, permettendo al primo di fare lezione alla mattina mentre il secondo farebbe lezione in classe al pomeriggio. Ipotesi che comportano tutta una serie di difficoltà operative: ci si chiede infatti come faranno gli insegnanti a organizzare la didattica dovendo fare lezione dal mattino a pomeriggio inoltrato. Per i più piccoli invece, data l’impossibilità di far rispettare il distanziamento sociale, il blocco degli asili potrebbe durare fino al 2021, affiancando parallelamente una proroga del bonus baby sitter.

    Simone Fausti

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