Minacciare e rassicurare: Israele si trova nell’insolito compito di promettere che l’attacco dell’Iran non rimarrà punito, ma allo stesso tempo cerca di rassicurare i vicini del Medioriente che non corrono pericoli. Secondo la tv israeliana Kan, Israele ha informato Egitto, Giordania e Stati del Golfo che la risposta all’attacco di Teheran avverrà in modo che essi non siano coinvolti da un’eventuale ritorsione iraniana. Secondo quanto riporta l’Iran International, ripreso dai diversi media internazionali, il portavoce del Comitato per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che l’Iran è pronto “a usare un’arma che non abbiamo mai usato”, qualora Tel Aviv decidesse di rispondere. Teheran considera chiusa la questione e cerca di rassicurare potenze come la Cina. Secondo quanto riferito dall’agenzia Xinhua, il ministro degli esteri iraniano Amir-Abdollahian ha detto all’mologo cinese Wang Yi che la Repubblica islamica non ha intenzione di alimentare l’escalation, dicendosi disponibile a dare prova di moderazione.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto ai ministri del suo partito che Teheran dovrà aspettare “nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare a Israele”, spiegando che “Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia”. La risposta di Tel Aviv è data per scontata ma secondo gli Stati Uniti è probabile che sarà di entità limitata e addirittura potrebbe riguardare obiettivi importanti ma fuori dal territorio iraniano. Lo hanno riferito quattro funzionari americani alla Nbc. L’Iran negli anni ha formato una serie di milizie con cui ha lanciato diverse azioni offensive anche contro gli americani: le più importanti sono il gruppo terrorista Hezbollah in Libano, armato con centinaia di migliaia di missili, e le milizie in Siria.