In Ucraina la pace arriverà dall’oriente? Dopo mesi di stallo sul fronte, interrotti recentemente da piccoli avanzamenti da parte delle truppe russe, torna in auge l’ipotesi che la Cina possa svolgere un ruolo di primo piano per il raggiungimento di un accordo di pace tra Kiev e Mosca. Questa settimana il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si è recato in visita di Stato in Cina e, dopo aver parlato con il presidente Xi Jinping, ha annunciato su X che “Cina e Germania vogliono collaborare intensamente e positivamente per promuovere l’organizzazione di una conferenza di alto livello in Svizzera”, prevista per il 15 e il 16 giugno.
Xi ha illustrato a Scholz i quattro principi per evitare l’escalation e avviarsi verso la pace. Anzitutto, è necessario frenare “i nostri interessi egoistici” e dare maggiore priorità alla pace. Parallelamente, bisogna impegnarsi per evitare di “aggiungere benzina sul fuoco” e porre in essere le condizioni per ripristinare la pace. Infine, il presidente cinese ha sottolineato l’importanza di ridurre gli impatti negativi sull’economia mondiale. Un atteggiamento improntato alla stabilità, tanto cara a Pechino. I cinesi, però, evitano di prendere impegni ufficiali anche perché Xi Jinping non ha mai condannato l’invasione russa del febbraio 2022.
Tuttavia, Kiev non è indifferente alle parole della diplomazia cinese. “La Cina può davvero contribuire al ripristino della pace giusta in Ucraina e alla stabilità internazionale” ha dichiarato sui social il presidente ucraino, Volodymyr Zelenksy, che ha ringraziato tutti i leader che hanno espresso la volontà di partecipare al “primo vertice globale sulla pace di giugno” a cui “stiamo lavorando attivamente perché produca risultati”. Dopo il fallimento dei colloqui in Turchia del 2022, si aspetta giugno per vedere se la conferenza svizzera avrà maggiore successo.