Il mercato dei beni di seconda mano in Italia ha sperimentato una notevole espansione, affermandosi come un significativo indicatore delle condizioni economiche che influenzano le famiglie del paese. Nel 2023, questo settore ha raggiunto un valore di 26 miliardi di euro, equivalente all’1,3% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale, registrando un incremento di un miliardo di euro (+4%) rispetto all’anno precedente. Tale crescita, che ammonta al 44% nell’ultimo decennio, è stata analizzata dall’osservatorio “Second hand economy” di Bva Doxa per Subito, rivelando che circa 26 milioni di italiani sono coinvolti nella compravendita di articoli usati, rispetto ai 19 milioni del 2014.
L’inflazione e l’aumento dei prezzi verificatisi nel 2023 hanno spinto un numero crescente di consumatori verso il mercato dell’usato. Il 19% dei consumatori ha indicato di aver acquistato beni di seconda mano per la prima volta durante l’anno, un fenomeno che attraversa diverse generazioni, dai giovani della generazione Z ai millennials, fino alle famiglie con bambini. Questa tendenza ha mostrato il suo impatto anche online, dove il 63% degli intervistati ha preferito fare acquisti, contribuendo a generare metà del valore economico del settore, stimato in 13 miliardi di euro. Il risparmio medio percepito rispetto al nuovo si attesta intorno al 40%, con picchi maggiori in categorie specifiche come biciclette, abbigliamento e articoli per bambini.
Le vendite di auto e moto dominano il mercato dell’usato, con transazioni che si attestano a 10,9 miliardi di euro, seguite da articoli per la casa, la persona e hi-tech. Secondo Giuseppe Pasceri, CEO di Subito, il canale online ha giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione di questo mercato, con un aumento del 140% del fatturato online negli ultimi dieci anni. Guardando al futuro, si prevede che il mercato dell’usato continui a crescere, principalmente attraverso le piattaforme online, offrendo vantaggi sia economici sia ambientali, in quanto l’acquisto di prodotti usati riduce la necessità di produzione di nuovi beni, contribuendo così alla diminuzione dell’impatto ambientale.