C’è l’ok sul disegno di legge voluto dal Governo sull’Intelligenza artificiale, un provvedimento atteso volto a regolamentare un settore che negli ultimi mesi si sta facendo strada prepotentemente.
L’obiettivo è quello di evitare vuoti normativi e conseguenti mancanze di tutela e disciplina.
Secondo l’ultima versione del testo, entro dodici mesi si dovrà arrivare all’approvazione del testo definitivo mediante uno o più decreti legislativi, adeguando la normativa nazionale al regolamento europeo recentemente approvato, l’Ai Act.
Tra le misure attese a palazzo Chigi ce n’è una in ambito fiscale, avente ad oggetto le remunerazioni derivanti dallo sfruttamento dell’Intelligenza artificiale, con conseguenti introiti nel gettito Irpef e Ires, estendendo il regime di agevolazioni fiscali per gli impatriati, anche a chi ha svolto all’estero un’attività di ricerca nell’ambito delle tecnologie AI. La norma, nello specifico – ha spiegato il sottosegretario per l’innovazione tecnologia Alessio Butti – è rivolta a chi rientra dagli Stati Uniti ma anche dagli altri Paesi europei.
Il ddl prevede inoltre un fondo di attuazione di 148 milioni in due anni, che consentirà allo Stato, attraverso il Dipartimento per la trasformazione digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza, di sottoscrivere azioni dei fondi di Cdp Venture capital per il sostegno a start up attive nell’IA, oppure in altri settori di frontiera come il quantum computing, la cybersecurity e il 5G. Nel suo piano industriale, infatti, Cdp Venture ha già pianificato per l’IA un intervento da 1 miliardo, che verrà diviso in varie linee di azione, compreso il possibile sostegno a un modello italiano di IA generativa.
Andrea Valsecchi