Dopo mesi di stallo a causa delle resistenze dei repubblicani trumpiani alla Camera, al Cremlino non va già che gli Stati Uniti abbiano finalmente sbloccato il pacchetto di aiuti da 91 miliardi di dollari, di cui 61 miliardi destinati all’Ucraina. Il motivo è comprensibile: tali aiuti, i cui dettagli rimangono segreti, comprenderanno sistemi di difesa aerea e veicoli armati che renderanno complicata qualsiasi offensiva russa. Così Mosca ha deciso di minacciare direttamente le forniture occidentali. “Incrementeremo l’intensità degli attacchi sui centri logistici e sui magazzini di armi occidentali” situati in Ucraina, ha spiegato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, secondo quanto riportato da Ria Novosti. Secondo Politico, aziende francesi e tedesche del settore difesa hanno cominciato ad attivare dei siti in Ucraina per la manutenzione degli armamenti, un passo che potrebbe portare alla produzione di armi direttamente sul suolo ucraino.
Mosca è preoccupata anche per il suo fianco ovest. Dopo aver spinto Helsinki ad abbandonare la sua storica neutralità e a entrare nella Nato, ora il Cremlino guarda con sospetto qualsiasi movimento in Finlandia, Paese con cui condivide un confine lungo oltre 1.300 chilometri. Secondo Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo, le manovra Nato previste per venerdì in Finlandia aumentano il rischio di incidenti militari. Lo riporta Ria Novosti, ripresa da diverse agenzie internazionali. Zakharova ah definito tali esercitazioni “di natura provocatoria”, affermando che la Nato “continua la sua esplorazione militare pratica di uno Stato un tempo neutrale, un partecipante rispettato nelle discussioni sul rafforzamento della stabilità e della sicurezza”.