Dopo 24 anni al potere in Russia, il mondo dovrà fare i conti con altri sei anni di presidenza di Vladimir Putin. Ieri, nel Salone di San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino, l’autocrate russo ha giurato da presidente per il suo quinto mandato dichiarando che la Federazione russa è aperta “a rafforzare le buone relazioni con tutti i Paesi che vedono nella Russia un partner affidabile e onesto”, salvo poi tornare subito a incolpare l’Occidente. Nel suo discorso, infatti, Putin ha affermato di non rifiutare “il dialogo con gli Stati occidentali: la scelta è loro”.
Con il solito tentativo tipico della propaganda del Cremlino, il presidente russo ha cercato di invertire la responsabilità delle parti chiedendosi se i Paesi occidentali “intendono continuare a cercare di frenare lo sviluppo della Russia, a portare avanti la loro politica di aggressione, la pressione sul nostro Paese che non si ferma da anni” o se intendono “cercare un percorso di cooperazione e di pace”. Una frase che travalica il senso del redicolo vista la guerra d’aggressione lanciata da Mosca contro l’Ucraina due anni fa, ma che all’interno di un sistema informativo parecchio “chiuso” come quello russo ha la capacità di imporsi come narrativa dominante presso la popolazione.
Dopo quasi 27 mesi di guerra, Putin non ritiene più necessario dipingere un quadro tutto rose e fiori e durante la cerimonia presidenziale ha ammesso che quello attuale è un “periodo difficile, di cambiamenti” che tuttavia i russi attraverseranno “con dignità […] e saremo ancora più forti”. Rivolgendosi ai cittadini russi, Putin ha parlato di “una profonda comprensione degli nostri obiettivi storici comuni” e della “determinazione a difendere con fermezza la nostra scelta i nostri valori, la libertà e gli interessi nazionali della Russia”. Insomma, la rielezione del’ex direttore dell’FSB confermerebbe la volontà del popolo russo di voler continuare la guerra d’invasione contro l’Ucraina. “Il futuro della Russia lo decideremo noi e solo noi” ha declamato Putin, appellandosi al popolo e chiosando con una frase che ritorna spesso nei suoi discorsi: “Assieme, vinceremo”.