Sotto un forte nevischio, nella Piazza Rossa di Mosca, Vladimir Putin ha partecipato ieri alla parata militare in occasione del 79esimo anniversario della Vittoria in quella che i russi definiscono la Grande Guerra Patriottica, cioè la Seconda Guerra Mondiale. Il presidente russo, che ha appena giurato dando inizio al suo quinto mandato, non ha risparmiato le solite minacce contro l’Occidente. “Le nostre forze strategiche sono sempre in allerta” ha dichiarato Putin, aggiungendo che “non permetteremo a nessuno di minacciarci”. Per l’autocrate del Cremlino, la “giustificazione del nazismo” (quello che caratterizzerebbe le autorità ucraine, secondo Mosca), ora farebbe parte della politica delle “elite occidentali” ma “la Russia farà di tutto per prevenire un scontro globale”.
Oltre a continuare a flirtare con la minaccia nucleare, Putin ha buon gioco ad accrescere il timore di una guerra mondiale, soprattutto dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato dell’eventualità di inviare truppe occidentali in Ucraina qualora la situazione dovesse precipitare. Tuttavia, molti alleati Nato hanno rigettato l’ipotesi del capo dell’Eliseo, a partire dal Segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg.
In un’intervista a Repubblica, Stoltenberg ha provato a disinnescare sia la retorica nucleare del Cremlino, sia quella di uno scontro diretto con la Russia. “La Nato non ha intenzione di essere direttamente coinvolta nel conflitto” in Ucraina ha ribadito il Segretario, spiegando che la Nato ha due compiti principali: “Sostenere Kiev e impedire che la guerra si estenda al di là dell’Ucraina”. Stoltenberg ha definito “da incoscienti” la retorica nucleare russa assicurando, tuttavia, che non è stato osservato “alcun cambiamento nel loro atteggiamento da questo punto di vista. Mosca sa che una guerra nucleare non può essere vinta”.