Il rame, noto per la sua conducibilità elettrica e termica, sta assumendo un ruolo sempre più centrale nei mercati internazionali, spinto dall’innovazione in ambiti cruciali come le energie rinnovabili, la mobilità elettrica e l’intelligenza artificiale. Il 2023 ha segnato un significativo aumento del prezzo del rame, con un incremento del 29% rispetto all’anno precedente, raggiungendo il picco di 5 dollari a libbra nel COMEX (una delle principali borse merci al mondo, specializzata principalmente nel trading di metalli come oro, argento, rame e alluminio), il massimo dal marzo 2022. Tale aumento riflette non solo una maggiore adozione di tecnologie sostenibili ma anche una prevista crescita della domanda del metallo, particolarmente nel settore dei trasporti, stimata intorno al 5% per quest’anno secondo le proiezioni della Bank of America. Questi dati enfatizzano l’importanza del rame come indicatore dell’attività economica e del progresso tecnologico.
Oltre alla sua applicazione nei veicoli elettrici e nelle infrastrutture di ricarica, il rame è indispensabile nelle reti elettriche e nelle turbine eoliche. La crescente necessità di cavi e altri componenti elettrici, cruciali anche nei data center che gestiscono volumi enormi di dati generati dall’intelligenza artificiale, sottolinea la sua essenzialità. L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha previsto che il consumo energetico dei data center dovrebbe più che raddoppiare entro il 2026, aumentando da 460 terawattora a oltre 1000 TWh, evidenziando così un crescente fabbisogno di rame per mantenere efficienza e capacità di trasmissione.
Nonostante l’aumento della domanda, il settore estrattivo del rame è sotto pressione. Secondo le analisi di Goldman Sachs, gli investimenti nel settore minerario hanno subito una diminuzione drastica, quasi del 50% nel 2022 rispetto ai livelli del 2010. Questa riduzione degli investimenti, unita alle frequenti interruzioni nelle attività minerarie, soprattutto in America Latina, potrebbe portare a un deficit nell’offerta di rame già a partire dal 2024. Tale scenario pone interrogativi critici sulla sostenibilità a lungo termine delle risorse di rame e sulle strategie necessarie per bilanciare l’approvvigionamento globale con le esigenze crescenti del settore tecnologico e ambientale.