A inizio settimana, il procuratore capo della Corte penale internazionale dell’Aja (ICC), Karim Khan, ha chiesto che venga emesso un mandato di arresto per il premier israeliano e per il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant. Identica richiesta è stata avanzata per tre leader di Hamas, tra cui per colui che comanda nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar. Tutti questi individui sono accusati di crimini di guerra e contro l’umanità.
In attesa che un collegio di giudici dell’ICC si esprima sulla validità della richiesta di Khan, la notizia ha suscitato forti reazioni in Occidente, a partire da Washington. Le accuse sono gravi e riguardano i singoli individui sopracitati, ciononostante per come sono state formulate, Israele e Hamas appaiono sullo stesso piano, un’equivalenza rigettata dalla Casa Bianca. Negli scorsi mesi, il presidente americano Joe Biden è stato molto critico nei confronti di come Benjamin Netanyahu sta portando avanti l’eradicazione di Hamas dalla Striscia di Gaza, ma ciò non gli ha impedito di definire “scandalosa” la decisione del procuratore della ICC. “Vorrei essere chiaro – si legge in una nota stampa del presidente Usa – qualunque cosa questo pubblico ministero possa intendere, non esiste alcuna equivalenza, nessuna, tra Israele e Hamas”.
Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha dichiarato che gli Stati Uniti “respingono sostanzialmente” la richiesta di mandato di arresto per Netanyahu, e ha aggiunto che Washington sostiene che la ICC “non ha giurisdizione” sulla guerra tra Israele e Hamas e che in ogni caso non è stato dato tempo a sufficienza a Tel Aviv a collaborare con l’indagine. La cosa più preoccupante, tuttavia, è che secondo Blinken le mosse del procuratore della ICC non aiutano a trovare un cessate il fuoco. Sul fronte occidentale, Francia e Belgio sostengono la decisione di Khan di chiedere tali mandati di arresto, mentre la Germania si è rammaricata per la “falsa impressione di equivalenza” fornita dai contemporanei mandati di arresto per i leader israeliani e quelli di Hamas. Per quanto riguarda il governo italiano, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito “inaccettabile che si possa equiparare un governo democraticamente eletto con una organizzazione terroristica che ha organizzato un attacco che neanche i nazisti avevano commesso”.