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lunedì, Settembre 16, 2024
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    Home Prima pagina ESG, perché non dobbiamo fermarci

    ESG, perché non dobbiamo fermarci

    La crisi climatica, che sta guadagnando terreno nel dibattito pubblico, porta con sé la necessità sempre più impellente di attuare una transizione ecologica che possa conciliare gli obiettivi di sostenibilità ambientale con la redditività delle aziende.

    I parametri ESG accompagnano le imprese a una transizione ecologica che sia sostenibile anche per il loro business.

    L’acronimo ESG nasce nel 2005 e ha sullo sfondo l’Agenda 2030 e i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi. ESG sta per Environment, Social e Governance e racchiude una serie di criteri di misurazione degli standard ambientali, sociali e di governance di un’organizzazione.

    Nello specifico, per la sostenibilità ambientale, viene valutata la relazione dell’azienda con l’ambiente, come gestisce i rifiuti e le emissioni; dal punto di vista sociale invece misura l’impatto sociale dell’organizzazione e la relazione con il territorio e tutti gli stakeholders, mentre per la governance si valuta la gestione aziendale, la struttura remunerativa della forza lavoro, le buone pratiche, i principi etici, la trasparenza delle decisioni, il rispetto delle minoranze e dei diritti degli azionisti.

    Tutti questi criteri influenzano e indirizzano le scelte di investimento degli investitori. Ad oggi infatti, i fondi previdenziali e i fondi sovrani, ma anche gli investitori privati, danno sempre maggiore importanza agli investimenti ESG. L’allineamento degli investimenti ai propri valori personali e la creazione di un portafoglio di investimenti diversificato, in grado di far fronte alle oscillazioni dovute al cambiamento climatico, sembrano essere le ragioni principali per cui questi investimenti vengono preferiti rispetto ad altri. Come ha riportato di recente il Sole 24 Ore, sebbene la guerra in Ucraina, il relativo problema delle forniture di gas e le buone performance dei titoli legati alle armi sembrasse avessero messo in disparte gli investimenti green, le prospettive di crescita sono comunque buone e questo, legato alla necessità di guardare al clima sempre con più attenzione, sembra essere un buon motivo per continuare ad averne fiducia.

    Emma Delfrate

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