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venerdì, Ottobre 18, 2024
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    Home Piemonte Elezioni in Piemonte: il Terzo Settore al centro del dibattito politico

    Elezioni in Piemonte: il Terzo Settore al centro del dibattito politico

    La settimana scorsa i principali candidati alla presidenza della Regione Piemonte hanno partecipato a un importante evento organizzato dal Forum del Terzo Settore. Questo incontro, intitolato “Diamo voce al Terzo Settore: co-progettare il futuro”, si è svolto per discutere e richiedere l’impegno dei futuri governatori sulle politiche sociali. Il Forum rappresenta 41 organizzazioni regionali, che a loro volta aggregano oltre 8.000 enti non profit, rivelandosi un attore fondamentale nel panorama sociale e assistenziale del Piemonte. Durante l’evento, tenutosi il 24 maggio, è stato presentato un documento programmatico che mira a delineare le priorità e le strategie per le elezioni regionali del 8 e 9 giugno.

    Il documento proposto dal Forum enfatizza la necessità di una collaborazione più stretta tra la Regione Piemonte e le organizzazioni non profit attraverso la co-programmazione, un approccio supportato dall’articolo 55 del Decreto Legislativo 117/2017 e dalla recente Legge Regionale 7/2024. Il Forum sottolinea l’importanza di integrare il Terzo Settore nei processi decisionali, proponendo la creazione di un tavolo permanente di confronto per co-progettare politiche che valorizzino l’innovazione sociale e il benessere collettivo. Inoltre, si evidenzia l’urgenza di interventi normativi per evitare l’entrata in vigore di misure punitive, come l’eliminazione del fuori campo IVA per le attività mutualistiche prevista dal DL 146/21

    Il documento programmatico del Forum copre una vasta gamma di tematiche, dalla salute alla disabilità, dalle politiche di genere alla cooperazione internazionale. Pone un’enfasi particolare sulla necessità di un welfare inclusivo che si avvalga delle reti associative del Terzo Settore per garantire l’accesso universale ai diritti e migliorare la sostenibilità dei servizi offerti. Si propone inoltre di rendere il Piemonte un leader nella transizione ecologica e di rafforzare l’impegno nella cooperazione internazionale per promuovere l’Agenda 2030 dell’ONU. La relazione evidenzia come ogni euro investito nel Terzo Settore possa raddoppiare il suo impatto sociale, dimostrando l’importanza cruciale di queste organizzazioni per la coesione sociale e lo sviluppo regionale).

    Ecco cosa hanno detto i quattro candidati alla Presidenza della Regione:

    Alberto Cirio (Centrodestra): “Il Terzo Settore è una risorsa fondamentale per il Piemonte, ma oggi spesso è costretta ad agire in modo riparativo e quando questo accade è perché non si è arrivati in tempo. Dobbiamo prevenire e per farlo dobbiamo lavorare insieme coinvolgendo di più gli ETS nella fase di programmazione delle nostre politiche. La nuova legge regionale sul Terzo Settore ci dà la possibilità di prevedere, attraverso l’istituto della coprogettazione, un sistema di bandi che superi l’annualità di pubblicazione per attivare forme di bando/manifestazioni di interesse pluriennali in modo da permettere agli enti di pianificare la loro attività. Con i regolamenti attuativi della nuova legge regionale, che dobbiamo scrivere insieme, va reso esplicito questo: mettere a gara in modo trasparente i soggetti che si siedono intorno al tavolo, ma una volta individuati con un meccanismo chiaro ad evidenza pubblica, le risorse dovranno essere garantite per più anni, in modo da assicurare una programmazione più certa. La Regione già lo fa sulla cultura, credo che sia opportuno anche vista la delicatezza dei temi trattati specie sull’assistenza alle persone non autosufficienti”.

    Sarah Disabato (Movimento 5 Stelle): “I numeri del Terzo Settore ci dicono che senza le organizzazioni e senza i volontari il Piemonte si ferma. Oltre 30mila enti non profit, più di 73mila volontari e un impatto economico che supera i 6 miliardi e mezzi di euro con un’incidenza del 5 per cento sul Pil: i numeri che ci sono stati raccontati questa mattina in occasione dell’assemblea pubblica “Diamo voce al Terzo Settore: co-progettare il futuro” dai responsabili delle associazioni sono incredibili. Sono migliaia di volontari e i lavoratori che si occupano di garantire i diritti e il benessere dei cittadini piemontesi, un settore con cui la Regione Piemonte deve tornare a pianificare e a progettare importanti interventi da mettere in campo. A partire dalle norme, soprattutto in fase di stesura in sede di audizione e co-progettazione, per cercare di rispondere alle esigenze di questo importante comparto. E poi c’è il tema della fiscalità: la Regione può fare la propria parte, con agevolazioni destinate agli enti del terzo settore. Un mondo trasversale a cui servono misure strutturate, non interventi spot com’è avvenuto in questi anni. Pensiamo allo sport, alla cultura, all’ambiente, ai diritti, alle pari opportunità: tutti temi su cui abbiamo una visione comune come testimonia il nostro programma. Abbiamo voluto ribadire, ancora una volta, la nostra massima disponibilità a continuare il dialogo e il confronto per pianificare insieme il futuro del Piemonte”.

    Francesca Frediani (Piemonte Popolare): “Questo è stato un importante momento di confronto che dimostra quanto sia importante il ruolo del Terzo Settore nella nostra Regione. Sono emerse tantissime tematiche, che io credo che la politica possa risolvere con un lavoro di reale collaborazione e soprattutto di confronto che non può ridursi a una giornata di campagna elettorale. Questo lavoro deve essere continuo e organizzato in modo più strutturato. Uno dei temi per noi più rilevanti sicuramente è quello dell’inclusione, della coesione sociale ben riflesso anche nel termine popolare che si accosta al nome della nostra lista. Noi crediamo che si possa fare un buon lavoro di cooperazione con gli enti su più ambiti, coinvolgendo tutte le realtà rappresentate oggi in sala”.

    Gianna Pentenero (Centrosinistra): “È chiaro che dobbiamo pensare a un nuovo tipo di welfare. Se mi trovo di fronte a una persona che è fuori dal mercato del lavoro e voglio davvero prenderla in carico, devo fornirle un sostegno al reddito per permetterle di frequentare un percorso di formazione e nel frattempo mantenersi e magari mantenere una famiglia. Se do loro una formazione frammentata, queste persone nel frattempo dovranno pensare a come vivere, senza dover ricorrere a lavoretti o soluzioni di fortuna. Tutto questo non serve né per rientrare nel mondo del lavoro né per acquisire davvero nuove competenze. Una presa in carico completa delle persone che si trovano in una situazione di difficoltà passa prima da un sostegno economico; solo allora un percorso potrà accompagnarli all’interno del mondo del lavoro”.

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