Secondo un’indagine del Financial Times, i bambini ucraini rapiti dall’esercito di Mosca all’inizio dell’invasione (più di 24 mesi fa) vengono offerti in adozione dalle autorità russe. Oltre a occupare e devastare villaggi e città, l’esercito russo avrebbe rapito durante la sua guerra di aggressione circa 20.000 bambini ucraini, secondo quanto riportato recentemente dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Nel marzo dell’anno scorso, la Corte penale internazionale ha emesso due mandati di arresto contro Vladimir Putin e Maria Alekseyevna Lvova-Belova, Commissario per i diritti dei bambini in Russia, per crimini di guerra. Tra le accuse, c’è la deportazione di illegale di bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia.
Spulciando documenti pubblici e ricorrendo a strumenti di riconoscimento delle immagini, il quotidiano britannico è riuscito a localizzare quattro bambini ucraini su “usynovite.ru”, un sito di adozioni che sarebbe collegato al governo russo. Fondamentali sono state anche le interviste con funzionari ucraini e parenti dei bambini. Ebbene, i bambini rintracciati dal FT sono stati portati a Tula, non lontano da Mosca, a sud, nell’oblast di Orenburg, vicino al confine con Kazakistan, mentre uno è stato portato in Crimea.
Nel frattempo, i russi programmano la continuazione della guerra. Putin questa settimana ha tenuto una riunione “alla quale hanno partecipato il ministro della Difesa Andrei Belousov, il capo dello Stato Maggiore Valery Gerasimov, nonché i comandanti di distretto, cioè comandanti di gruppo”, ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Un meeting di aggiornamento in cui il presidente russo “è stato informato sui progressi dell’operazione militare speciale e sui piani per continuare le operazioni militari”. L’obiettivo? Lo stesso del febbraio 2022, secondo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo, Dmitry Medvedev, che l’altro ieri ha pubblicato su Telegram una cartina della Federazione russa che comprende l’intero territorio dell’Ucraina.
