In due anni e mezzo di guerra in Ucraina, l’Europa e i suoi cittadini non sono mai riusciti a trovare una coscienza comune su quanto sia seria la minaccia russa, e gli ultimi risultati elettorali in Germania minano ulteriormente il sostegno di Berlino a Kiev. Tra i punti del programma di AFD che hanno portato il partito di estrema destra tedesco al trionfo in Turingia e a conquistare il secondo posto in Sassonia, c’è anche l’interruzione dell’invio di armi agli ucraini. AFD è da sempre critica anche verso le sanzioni occidentali contro Mosca e ha più volte invocato le negoziazioni con Putin per porre fine alla guerra. Una posizione non estranea anche ad alcuni esponenti in Italia.
In gran parte dell’Europa centro-occidentale le posizioni contro l’invio di armi a Kiev continuano ad avere gran voce, tuttavia l’est Europa ci consegna una lezione diversa. Mosca è tornata a bombardare violentemente la rete energetica ucraina e i Paesi Bassi hanno deciso di muoversi velocemente annunciando un nuovo pacchetto di aiuti da oltre 200 milioni di euro per la riparazione di tali infrastrutture. Il ministro degli Esteri estone ha dichiarato che la vittoria dell’Ucraina è “l’obiettivo principale della politica estera dell’Estonia”, invitando i Paesi occidentali a elaborare strumenti legali per consentire l’uso dei beni russi congelati per aiutare la ricostruzione dell’Ucraina. Gli ha fatto eco il ministro degli Esteri della Repubblica Ceca, Jan Lipavsky, secondo il quale “è ingenuo pensare che se la Russia vincesse in Ucraina, i carri armati [di Putin] si fermeranno al confine occidentale. Data la sua visione distorta, la sovranità e l’integrità dei suoi vicini e la libertà dei suoi cittadini devono essere allineate con la visione russa”, ha sottolineato.