Nella notte tra lunedì 9 e martedì 10 settembre, l’Ucraina ha lanciato almeno 100 droni contro diverse zone del territorio russo, compresa Mosca. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver abbattuto venti droni nella regione della capitale e ben 72 droni nella regione di Bryansk, al confine con l’Ucraina, secondo quanto riportato dai media russi locali ripresi dalle agenzie internazionali. I russi sostengono di aver abbattuto 14 droni nell’oblast di Kursk, 13 in quello di Tula, e un numero più piccolo nella zona di Oryol, Lipetsk, Kaluga e Voronezh.
I danni sembrano limitati, tuttavia alcuni canali telegram russi hanno riferito che questi attacchi hanno costretto le autorità a sospendere i voli negli aeroporti di Vnukovo e Domodedovo, nella zona di Mosca. In particolare, a seguito dell’attacco sulla capitale avrebbe perso la vita una donna di 46 anni e altre tre persone sarebbero rimaste ferite, secondo Ria Novosti. A poche ore dall’attacco è stata riportata anche la notizia della morte di un bambino, che tuttavia non è stata confermata.
Nel frattempo, la Casa Bianca non ha confermato l’indiscrezione del Wall Street Journal secondo il quale l’Iran avrebbe inviato a Putin missili balistici a corto raggio. La notizia è plausibile: Mosca si è già rivolta alla Corea del Nord per alimentare la sua macchina da guerra. Tuttavia, il vice portavoce del Dipartimento di Stato americano,
Vedant Patel, ha dichiarato che “qualsiasi trasferimento di missili balistici iraniani alla Russia rappresenterebbe una drammatica escalation del sostegno iraniano all’aggressione russa contro l’Ucraina”, un fatto che potrebbe comportare “conseguenze significative”. L’allarme resta alto.