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    Fed, taglio dell’interesse dopo quattro anni. Le previsioni

    Dopo il taglio dei tassi operato dalla Bce la scorsa settimana, il 18 settembre toccherà alla Federal Reserve degli Stati Uniti decidere come agire sui tassi di interesse.

    Si tratterebbe per la Fed del primo taglio di interesse dopo il 2020. L’ultimo infatti risale a marzo 2020 quando l’azione si rese necessaria per supportare l’economia durante la crisi generata dalla pandemia da Covid-19.

    La Fed aveva poi gradualmente ricominciato ad alzare i tassi nel 2022 a seguito dell’aumento dell’inflazione causata da una contrazione dell’offerta dovuta agli effetti post-pandemici e, in parte, anche dallo scoppio della guerra in Ucraina.

    Ora che l’inflazione sta migliorando, avvicinandosi al 2%, con un mercato del lavoro un po’ in affanno e un’economia che sta crescendo, pare che sia arrivato il momento di tagliare nuovamente i tassi di interesse.

    Ad oggi le ipotesi che albergano tra gli economisti sono due. I più ottimisti prevedono un 30% di possibilità che venga attuato un taglio aggressivo a partire da 50 punti base, mentre i più cauti assegnano un 70% di probabilità a un taglio da 25 punti base.

    Nonostante la grosse differenze di visione, è però cresciuto il numero degli economisti che crede che un taglio di 50 punti sia necessario per rilanciare il mercato del lavoro ed evitare una possibile recessione.

    Tuttavia, i più prevedono un possibile primo taglio di 25 punti, a cui seguiranno successive riduzioni prima della fine dell’anno, portando il taglio complessivo a 75 punti base.

    Infatti, un taglio drastico sin da settembre potrebbe lanciare un messaggio negativo sul mercato azionario. Da un lato, un taglio così ampio può essere un fattore positivo per stimolare il mercato del lavoro, dall’altro però, potrebbe far trasparire una sfiducia generale sullo stato dell’economia da parte della Fed, aggravando la situazione.

    Gli analisti, quindi, ritengono che un primo taglio più modesto, possa essere un buon inizio.
    È inoltre necessario ricordare che questi tagli avverrebbero a pochi mesi dalle elezioni e, sebbene la Fed sia un organo indipendente il cui compito è garantire la stabilità dei prezzi e la massima occupazione sostenibile, l’azione potrebbe avere delle conseguenze che il presidente Jerome Powell si ritroverebbe ad affrontare.

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