Israele non sta condividendo importanti decisioni di guerra con gli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal (WSJ), alla Casa Bianca serpeggia una forte frustrazione causata dal rifiuto di Tel Aviv di discutere i piani che stanno preparando in risposta all’attacco missilistico iraniano del 1° ottobre 2024. Eppure per Tel Aviv il sostegno di Washington è fondamentale: dall’inizio della guerra a Gaza, un anno fa, gli Usa hanno inviato aiuti militari a Israele per almeno 17,9 miliardi di dollari, secondo quanto si legge in un rapporto de progetto Cost of War della Brown University, ripreso da AP.
Ci sarebbe già stata un’escalation nei toni tra israeliani e statunitensi: quest’ultimi sarebbero rimasti di stucco quando sono venuti a conoscenza dell’uccisione del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, da parte di Israele. Un’operazione avvenuta senza alcun coordinamento con Washington, secondo quanto riporta il WSJ, che cita funzionari statunitensi. Il ministro della Difesa Usa, Lloyd Austin, preso in contropiede dall’omologo israeliano Yoav Gallant proprio sull’assassinio di Nasrallah, avrebbe chiesto se Tel Aviv fosse pronta a difendersi da sola da un eventuale immediata rappresaglia di Hezbollah, dal momento che gli americani non avevano avuto il tempo di schierare le proprie forze armate.
Nel frattempo, continua l’incursione di Israele in Libano. Ieri Benjamin Netanyahu ha invitato i libanesei a liberare “il Paese da Hezbollah così che la guerra possa finire” ed evitare allo stesso tempo “le distruzioni e le sofferenze che vediamo a Gaza”. In un messaggio pubblicato sulla piattaforma social X, il premier Israeliano ha affermato che il Libano è stato distrutto “da una gang di terroristi” e ha ribadito il diritto di Israele a difendersi dopo il 7 ottobre: “Alzatevi e riprendetevi il vostro Paese”, ha aggiunto Bibi.