A due settimane dalle elezioni presidenziali americane, il capo del Pentagono, Lloyd Austin, si è recato in visita a Kiev. In programma una serie di incontri ad alto livello, a partire da quello con il presidente Volodymyr Zelensky. Austin ha spiegato sulla piattaforma social X che è tornato nel Paese invaso due anni e mezzo fa dalla Russia, “per la quarta volta come Segretario alla Difesa, per dimostrare che gli Stati Uniti, insieme alla comunita’ internazionale, continuano a sostenere l’Ucraina”. Il Wall Street Journal, tuttavia, ha scritto che questa volta sul piatto non ci sarebbero nuovi aiuti militari né l’elemento più delicato, cioè il permesso per l’esercito ucraino di usare missili americani a lungo raggio per colpire obiettivi dentro la Russia.
Secondo la CNN, però, uno degli argomenti di discussione è la richiesta di adesione dell’Ucraina alla Nato, punto essenziale del “Piano della vittoria” presentato la scorsa settimana da Zelensky al Consiglio Ue. Un altro punto del piano è proprio la revoca delle restrizioni che impediscono a Kiev di utilizzare armi a lungo raggio contro la Russia. Un piano che “assomiglia a un grido di aiuto”: così lo ha definito Alexey Polishchuk, funzionario del ministero degli Esteri russo, ripreso da Rai News. Secondo Polishchuk, la proposta di Zelensky sconfesserebbe “le dichiarazioni della leadership di Kiev sul desiderio di pace, poiché la sua essenza risiede nella massima escalation del conflitto”.
Nel frattempo, Yulia Navalnaya ha annunciato l’intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali in Russia quando sarà terminato il regno di Putin. In un’intervista alla BBC, ripresa dai media internazionali, la vedova del più celebre oppositore politico di Putin, Aleksei Navalny, morto in una colonia penale artica lo scorso febbraio, ha dichiarato che farà “di tutto per far cadere iL regime [di Putin] il prima possibile. AL momento Navalnaya è in esilio e rischia l’arresto in caso di ritorno sul suolo russo.