Non si placa l’aggressività di Pechino nei confronti di Taipei. Ieri l’esercito cinese ha avviato una serie di esercitazioni con munizioni reali nei dintorni di Taiwan, secondo quanto riferito da France Presse, ripresa dalle agenzie italiane. Il governo taiwanese monitora attentamente le manovre che sembrano rientrare in una tattica intimidatoria tipica di Pechino nello stretto di Taiwan. Il primo ministro di Taiwan Cho Jung-tai le ha definite “una minaccia che mina la pace e la stabilità regionali”. A metà ottobre le autorità comuniste cinesi avevano realizzato un’imponente esercitazione multiforze che simulava il blocco e la presa dei porti dell’ex isola di Formosa. Un’operazione che aveva coinvolto un grande numero di aerei, elicotteri, navi e mezzi anfibi.
Nel frattempo, è cominciato ieri il summit dei Paesi BRICS a Kazan, in Russia. Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica sono i Paesi originari, ora tuttavia il gruppo si è allargato e comprende anche Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran e Arabia Saudita. Il vertice di Kazan è aperto anche a ospiti per un totale di 36 Paesi. Partecipano anche Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, e Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese. Sono previsti una serie di incontri bilaterali ai margini dei lavori.
Al summit si discuterà del rafforzamento del multilateralismo e delle sfide regionali, ma il vertice di Kazan è visto anche come il tentativo di Vladimir Putin di riconquistare prestigio a livello internazionale, uscendo dall’isolamento conseguente l’invasione dell’Ucraina. I BRICS valgono circa un terzo del Pil mondiale e vengono spesso rappresentati come l’alternativa al sistema Occidentale. Stati Uniti ed Europa osservano attentamente, anche perché al summit sono presenti due pesi massimi come il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro indiano, Narendra Modi.