venerdì, Novembre 22, 2024
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    2024: Un’analisi del PIL Regionale e le sfide per l’economia italiana

    L’aggiornamento autunnale di Banca d’Italia ha mostrato un rallentamento significativo nell’economia lombarda, con una crescita del PIL contenuta allo 0,4%, segnando una netta discontinuità rispetto ai periodi precedenti, quando la regione era considerata la “locomotiva” dell’economia italiana. Nel primo semestre del 2024, l’economia italiana ha mostrato segni di rallentamento non solo in Lombardia, ma anche in molte altre regioni, con tassi di crescita contenuti e dinamiche divergenti tra i vari settori. In particolare, la regione lombarda ha visto una crescita limitata allo 0,4%, con una contrazione della produzione industriale (-1,2%) e una riduzione delle esportazioni (-0,3%), nonostante il settore dei servizi abbia mostrato segnali positivi, con un incremento della spesa dei turisti stranieri del 19,2%. Anche il Veneto, ha registrato crescite del PIL intorno al 0,4%, segnando un rallentamento rispetto agli anni precedenti, con difficoltà nei settori industriali e un supporto maggiore da parte del settore dei servizi, soprattutto legato al turismo. Il Veneto ha registrato una performance debole nel settore industriale, ma una sostenuta crescita nelle costruzioni, grazie al supporto dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). il PIL del Friuli Venezia Giulia è rimasto stabile allo 0,4% con un rallentamento nell’industria a causa della flessione della domanda estera. I settori dei servizi, soprattutto il turismo, hanno registrato una crescita, mentre l’edilizia ha visto una decelerazione legata al calo degli incentivi Superbonus, compensato dai fondi del PNRR. L’occupazione è aumentata, soprattutto tra i lavoratori autonomi, e i prestiti bancari alle imprese sono continuati a diminuire.
    L’economia della Valle d’Aosta è cresciuta dello 0,6%, superiore alla media nazionale e della macroarea di riferimento. Il settore dei servizi, in particolare il turismo, ha supportato la crescita, mentre l’industria ha visto una lieve espansione, trainata dalle esportazioni di macchinari e bevande. La Liguria è rimasta sostanzialmente stabile, con una crescita vicina a 0%, nonostante un incremento delle ore lavorate nel settore industriale e una stabilizzazione degli investimenti.
    Le regioni centrali e meridionali hanno registrato tendenze più variegate. In Toscana, l’economia ha mostrato un rallentamento, con una crescita contenuta dello 0,4%, trainata principalmente dall’aumento delle esportazioni nei settori della farmaceutica e della gioielleria. Nonostante un rallentamento nei consumi e nel turismo, il settore edilizio ha mostrato segnali positivi grazie ai fondi PNRR. Il Lazio, invece, ha mostrato una crescita dello 0,4%, sostenuta dalla spesa pubblica e dalla domanda estera, ma con una flessione nei consumi e negli investimenti privati. Le Marche, invece, hanno avuto una crescita debole dello 0,2%, con una flessione nel settore industriale, soprattutto nel calzaturiero, mentre il settore delle costruzioni ha continuato a espandersi grazie ai fondi del PNRR.
    L’Umbria ha visto un modesto aumento del PIL dello 0,2%, sotto la media nazionale, con un continuo calo della produzione industriale e un aumento delle esportazioni nonostante la riduzione degli acquisti dalla Germania.
    Le regioni del Mezzogiorno hanno visto dinamiche più contrastanti. La Sardegna ha visto una crescita simile del 0,4%, con una debole performance industriale, ma una buona crescita nei settori alimentare e petrolifero. La Sicilia è cresciuta di circa 1%, superando la media nazionale, con una buona performance nel settore delle costruzioni, sostenuta dai fondi del PNRR, e un aumento dell’occupazione, seppur con un rallentamento dei consumi. La Puglia ha registrato una crescita dello 0,5%, con una lieve ripresa industriale, ma limitata dall’incertezza geopolitica e dalla bassa domanda estera. La Calabria ha registrato una crescita moderata del 0,4%, con un buon andamento del settore alimentare, ma una flessione nell’edilizia privata a causa della fine del Superbonus.
    La Campania ha avuto dinamiche simili, con difficoltà nei consumi e investimenti, ma una crescita nei settori delle costruzioni e dei servizi legati al turismo.
    Nel primo semestre del 2024, l’economia delle province autonome di Trento e Bolzano è cresciuta moderatamente, con una crescita inferiore allo 0,5%, a causa della debolezza della domanda interna ed estera e delle difficoltà di finanziamento. Le imprese manifatturiere hanno visto un calo dei fatturati, mentre il settore dei servizi, in particolare il commercio e la ristorazione, ha beneficiato dell’aumento del turismo. L’occupazione è aumentata in Trentino, mentre è rimasta stabile in Alto Adige, con un calo della disoccupazione. In generale, le difficoltà si sono concentrate principalmente nel settore industriale, a causa di una debole domanda interna ed estera, con flessioni nelle esportazioni e nei fatturati di alcune filiere. Tuttavia, il settore delle costruzioni, sostenuto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha avuto un ruolo positivo in molte regioni, compensando in parte il rallentamento dell’industria. Il turismo ha rappresentato un fattore positivo in diverse aree, specialmente nelle regioni costiere e in quelle con una forte vocazione turistica, come la Sicilia e la Lombardia.
    Nonostante le difficoltà, l’occupazione ha continuato a crescere in molte regioni, ma con una prevalenza di contratti temporanei e una minore crescita nei contratti a tempo indeterminato, segno della persistente incertezza economica. La qualità del credito ha mostrato segnali di deterioramento in alcune aree, con un abbassamento della domanda di prestiti e un aumento dei rischi per le imprese, mentre il risparmio delle famiglie ha continuato a concentrarsi su forme di investimento più sicure, come i titoli di Stato. L’aumento delle richieste di Cassa Integrazione e le difficoltà nel credito hanno fatto emergere la cautela degli operatori economici, che si aspettano un quadro più favorevole solo nel 2025, quando sono previsti investimenti in ripresa.
    Questo scenario mostra come, in alcune aree, l’economia italiana sta attraversando un periodo di incertezze globali e sfide interne che continuano a frenare la ripresa economica, con un rallentamento delle esportazioni, una domanda interna debole e una persistente difficoltà nell’accesso al credito. La situazione è tuttavia mitigata da politiche di sostegno come il PNRR, che ha garantito un impulso a determinati settori, e dal contributo positivo del turismo e delle costruzioni.

    Gloria Giovanditti

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