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    Rincari di fine anno: inflazione e carrello della spesa in aumento

    A novembre l’inflazione in Italia è cresciuta, attestandosi all’1,4% su base annua, mentre il “carrello della spesa”, che include beni alimentari, per la cura della casa e della persona, ha subito un aumento del 2,6%. Questi numeri si inseriscono in un contesto di segnali economici poco incoraggianti, evidenziati dai dati Istat su inflazione, fatturato dell’industria e commercio estero. Si tratta di uno scenario caratterizzato da un rialzo dei prezzi, un calo dell’attività industriale ai minimi da oltre due anni e una stagnazione dell’export e dell’import.

    Nonostante l’Italia non sia tra i Paesi europei più colpiti dall’inflazione, il passaggio dallo 0,9% all’1,4% nel tasso annuo riflette una dinamica che, pur essendo definita “ampiamente attesa” da Confcommercio, suscita allarme tra i consumatori. Secondo il Codacons, questa crescita comporterà un aumento medio della spesa annuale pari a 460 euro per una famiglia tipo e fino a 627 euro per nuclei con due figli. Anche se l’Istat sottolinea una stabilità congiunturale dei prezzi rispetto a ottobre, le associazioni dei consumatori evidenziano il rischio di ulteriori rincari in vista delle festività natalizie.

    Le pressioni inflazionistiche si concentrano in particolare su alimentari e beni energetici. I prezzi degli alimentari lavorati hanno accelerato dal +1,7% al +2,4%, mentre quelli dei non lavorati sono passati dal +3,4% al +4,1%. Anche i beni energetici regolamentati hanno visto una crescita significativa, dal +3,9% al +7,5%, riducendo l’effetto deflazionistico che avevano precedentemente esercitato. Simili tendenze si osservano nei servizi di trasporto, contribuendo a un’inflazione acquisita per il 2024 stimata al +1% per l’indice generale e al +2% per la componente di fondo. A livello europeo, l’Eurozona registra un’inflazione al 2,3% a novembre, in rialzo rispetto al 2% di ottobre, con valori particolarmente alti in Belgio (5%) e Croazia, e più bassi in Irlanda (0,5%) e Lituania (1,1%).

    Sul versante industriale, settembre ha segnato il quinto mese consecutivo di calo per il fatturato delle imprese, che ha raggiunto il livello più basso da gennaio 2022. L’indice in valore è sceso dello 0,3% rispetto al mese precedente, mentre in termini di volumi il calo è stato dello 0,1%. Su base annua, il fatturato industriale ha registrato una diminuzione del 5,7% in valore e del 4,7% in volume. Viceversa, il settore dei servizi ha mostrato segnali positivi, con un aumento del fatturato dello 0,5% in valore e dello 0,7% in volume.

    Per quanto riguarda il commercio estero, ottobre ha visto una contrazione delle esportazioni verso i Paesi extra UE del 3,5% su base mensile, mentre le importazioni sono aumentate dell’1,1%. La riduzione delle esportazioni ha coinvolto quasi tutti i principali raggruppamenti industriali, fatta eccezione per i beni di consumo durevoli (+8,6%). Le flessioni più marcate si sono registrate nei settori dell’energia (-10,7%) e dei beni strumentali (-7,4%).

    Assoutenti ha espresso preoccupazione per i rincari nel settore alimentare, chiedendo al governo di intervenire con misure specifiche per evitare che il Natale diventi un peso insostenibile per le famiglie italiane. L’aumento dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande analcoliche, che ha raggiunto il +3,2% su base annua con punte del +4,1% per i prodotti non lavorati, ha spinto molte famiglie a ridurre i consumi alimentari, diminuendo in volume di 1,6 miliardi di euro nel 2024, al netto dell’inflazione. Il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, ha sottolineato la necessità di un intervento tempestivo per contenere l’aumento dei listini, soprattutto nel comparto alimentare.

    Gloria Giovanditti

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