A inizio settimana l’aeronautica siriana ha colpito Aleppo, secondo quanto riferito da media statali. Il governo del presidente Bashar al-Assad sta cercando di reagire alla fulminea avanzata dei ribelli che in pochi giorni sono riusciti di fatto a prendere il controllo della seconda città della Siria, Aleppo appunto, che conta circa 2 milioni di abitanti. I ribelli hanno promesso che non toccherranno le minoranze religiose, cristiani inclusi, anche se rimangono timori tra le varie comunità locali.
Assad ha deciso di colpire anche alcuni edifici residenziali nella città di Idlib, uccidendo oltre 10 civili, secondo l’organizzazione Caschi Bianchi. Le truppe russe presenti nella zona sono state sopraffatte dall’avanzata dei ribelli, ma ora stanno contrattaccando nella periferia di Aleppo, assieme a quelle regolari siriane. Nel frattempo, combattenti iracheni sostenuti dall’Iran hanno attraversato il confine siriano per aiutare Assad contro i ribelli. Lo riporta Reuters, secondo la quale, tuttavia, Hezbollah non ha intenzioni di unirsi ai combattimenti.
Buona parte dell’Occidente ha creduto (o ha voluto credere) che la situazione in Siria si fosse stabilizzata, ma nelle ultime settimane il conflitto tra ribelli e il governo di Assad ha ripreso vigore. Tuttavia, questa volta la situazione è diversa. L’enorme impegno bellico russo contro l’Ucraina e la disfatta di Hezbollah in Libano ad opera di Israele hanno indebolito la resistenza delle forze di Bashar al-Assad . Il presidente siriano guida il Paese dal 2000, ma è grazie al supporto dell’aeronautica russa e delle milizie filo-iraniane locali che Assad è stato in grado di rimanere al potere, nonostante le lunga lotta con i ribelli cominciata nel 2011.