Portare la guerra sul territorio russo è un punto imprescindibile della strategia di Kiev per costringere Mosca a pagare un prezzo per la sua aggressione. Questo avviene non solo tramite l’uso di droni o l’occupazione di parte della regione russa del Kursk, ma anche tramite operazioni mirate contro singole persone. Ieri è stato ucciso a Mosca Igor Kirillov, generale russo a capo delle Forze di difesa nucleare, biologica e chimica (NBC). L’alto ufficiale è morto a causa di un’esplosione avvenuta vicino a un edificio residenziale della capitale russa e, secondo quanto riferito da una fonte al Kiev Independent, dietro l’operazione ci sarebbe lo SBU, l’ormai celebre Servizio di sicurezza ucraino.
Secondo i media ucraini, l’esplosivo sarebbe stato nascosto in uno scooter: l’ordigno è detonato quanto il generale e un suo aiutante (anch’esso rimasto ucciso) si sono avvicinati all’ingresso di un appartamento. “Kirillov era un criminale di guerra e un obiettivo del tutto legittimo” ha spiegato un membro dell’intelligence di Kiev al Financial Times. L’Ucraina, infatti, aveva accusato Kirillov di aver usato armi chimiche proibite nel conflitto.
Il generale era un soggetto conosciuto anche ai governi occidentali. Secondo quanto riportato dalle agenzie internazionali, il Regno Unito aveva sanzionato Kirillov, accusandolo di essere “responsabile del dispiegamento di armi barbariche”, tra cui la cloropicrina, un agente chimico soffocante e lacrimogeno che può avere conseguenze letali in caso di prolungata esposizione. Gli Stati Uniti negli scorsi mesi avevano accusato i russi di aver utilizzato la cloropicrina contro gli ucraini, in violazione della Convenzione sulle armi chimiche.