Manca una settimana e mezzo all’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e Joe Biden ha deciso di sparare gli ultimi colpi che gli sono rimasti. Domani l’amministrazione del presidente uscente dovrebbe annunciare un corposo “pacchetto finale” di aiuti militari per Kiev, in occasione della visita del Segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, in Germania. Austin incontrerà i rappresentanti di quasi 50 nazioni che da quasi tre anni hanno deciso di sostenere la lotta degli ucraini contro l’aggressione russa. La cifra non è stata rivelata, ma è probabile che ammonti a circa la metà dei 4 miliardi di dollari rimasti nei finanziamenti autorizzati dal Congresso Usa, come sottolinea Rai News, che riprende quanto detto da alcuni funzionari Usa durante un briefing con la stampa.
Secondo quanto riporta Ap News, questo gruppo di nazioni ha fornito oltre 126 miliardi di dollari in armi, assistenza e addestramento a Kiev, anche se a far la parte del leone è proprio Washington con una quota pari a 66 miliardi. L’obiettivo di Biden, dunque, è distribuire tutti gli aiuti possibili prima che Donald Trump prenda il potere, data l’imprevedibilità del tycoon e la sua insistenza sui negoziati. Il presidente eletto (e confermato) ha dichiarato che non può “dire niente, ma so che Putin vorrebbe un incontro”, anche se è difficile che ciò avvenga nell’immediato.
Allo stesso tempo, Trump è tornato ad attaccare l’amministrazione Biden, affermando che la guerra in Ucraina “non sarebbe mai dovuta scoppiare. Vi garantisco – ha specificato Trump- che se fossi stato presidente, quella guerra non sarebbe mai iniziata”. Un’affermazione che mal si concilia con le ambizioni imperialiste svelate da Putin nel famoso discorso del febbraio 2022 in cui spiegava le ragioni dell’aggressione militare, quando l’autocrate del Cremlino espose ragioni e interpretazioni storiche che vanno ben al di là del ritornello dei filorussi sulla “espansione della Nato” a est.