mercoledì, Gennaio 15, 2025
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    Riforma fiscale in arrivo: il piano del governo Meloni per ridurre la pressione sul ceto medio

    Il 2025 è stato indicato dal governo Meloni come l’anno chiave per intervenire sul carico fiscale che grava sul ceto medio. A confermarlo è stato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: “Sul piano della riduzione della pressione fiscale, c’è ancora molto da fare, soprattutto per i redditi medi, che necessitano di un’attenzione specifica. Lo faremo con scelte responsabili e sostenibili finanziariamente.”

    Il viceministro ha inoltre spiegato che il 2025 rappresenta un punto cruciale per il governo, che intende portare avanti con maggiore determinazione il percorso di riforma fiscale avviato con l’approvazione della legge delega nell’agosto del 2023. Leo ha sottolineato che il cuore della riforma sta nella trasformazione del fisco da “controllore sospettoso” a “partner affidabile”. Tra le misure già introdotte, è stato potenziato il meccanismo di autotutela, rendendolo obbligatorio nei casi evidenti di errore, come calcoli sbagliati o scambi di persona. Questo permette all’amministrazione fiscale di correggere autonomamente i propri errori, evitando danni ai contribuenti anche se i termini per impugnare un atto sono scaduti.

    Un altro tema rilevante riguarda il “magazzino della riscossione”, ovvero i crediti fiscali non riscossi, che al 31 dicembre 2024 ammontavano a 1.275 miliardi di euro. Una commissione tecnica è stata incaricata di analizzare questa situazione per individuare soluzioni volte a smaltire tali crediti ed evitare che si accumulino ulteriormente.

    Il governo si trova però a fare i conti con il problema delle risorse necessarie per alleggerire l’aliquota Irpef al 35%. Il tentativo di recuperare fondi tramite il concordato preventivo biennale per i lavoratori autonomi, avviato lo scorso autunno, non ha raggiunto i risultati sperati, raccogliendo solo 1,7 miliardi di euro rispetto ai 2,5 previsti. Per far fronte a questa situazione, la Lega ha proposto la quinta edizione della rottamazione, una misura che nei primi 11 mesi dello scorso anno ha permesso di incassare 4,6 miliardi di euro, contribuendo a un totale di 31,6 miliardi recuperati negli ultimi otto anni.

    Nonostante i risultati ottenuti in passato, la proposta di una nuova rottamazione, inizialmente avanzata dalla Lega in sede di manovra, era stata ritirata. L’ipotesi potrebbe però tornare sotto forma di emendamento al decreto Milleproroghe. Tuttavia, la misura potrebbe incontrare ostacoli tecnici, poiché si tratterebbe di una riapertura dei termini e non di una proroga.
    Nel frattempo, l’aumento del numero di rate per il pagamento dei debiti è già operativo. Recentemente, l’Agenzia della Riscossione ha annunciato una novità introdotta dal viceministro Leo: sarà possibile estinguere le cartelle in un massimo di 84 rate mensili, equivalenti a sette anni, con una semplice richiesta online.
    In parallelo, il calendario fiscale chiama in causa circa 300.000 partite Iva con redditi fino a 170.000 euro. Grazie a un emendamento della Lega, questi contribuenti hanno avuto una proroga per il pagamento di Irpef, Ires e Irap. Entro il 16 gennaio, sarà possibile saldare l’importo in un’unica soluzione oppure in cinque rate mensili, da gennaio a maggio 2025.

    Gloria Giovanditti

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