Ha preso il via oggi l’edizione 2025 del World Economic Forum (Wef), che si tiene a Davos, in Svizzera, e proseguirà fino al 24 gennaio. L’evento riunisce, come ogni anno, leader politici ed economici provenienti da tutto il mondo per confrontarsi sui temi più urgenti riguardanti l’economia globale, la geopolitica e il futuro del pianeta. Sono attesi oltre 3.000 partecipanti alla 55esima edizione, tra cui più di 1.600 capi d’impresa e 60 fra Primi ministri e capi di Stato. Tra gli ospiti più attesi figurano Donald Trump, che interverrà in video il 23 gennaio, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sarà presente a Davos insieme ai vertici delle istituzioni europee e a numerosi premier, come il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez e il cancelliere tedesco uscente Olaf Scholz.
Il Wef di quest’anno, intitolato “Collaborazione nell’era dell’intelligenza”, si concentrerà su temi di grande attualità e rilevanza globale. Le discussioni principali riguarderanno le tensioni geopolitiche, la frammentazione economica e il ritorno del nazionalismo. La crisi climatica rimarrà una questione centrale, mentre l’impatto della tecnologia, in particolare dei social media e dell’intelligenza artificiale, rappresenterà un altro argomento cruciale.
Proprio in coincidenza con l’apertura del forum, il gruppo anti-povertà Oxfam International ha pubblicato dati che evidenziano una crescente concentrazione della ricchezza globale.
Secondo il rapporto, nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta tre volte più velocemente rispetto all’anno precedente. Si prevede inoltre che entro il prossimo decennio emergeranno almeno cinque individui con patrimoni superiori ai mille miliardi di dollari. Il rapporto di Oxfam, intitolato “Prenditori, non creatori”, mette in evidenza che il numero di persone in povertà è rimasto quasi invariato dal 1990 e segnala una “pericolosa concentrazione di potere” nelle mani di poche persone ultra-ricche, come denunciato recentemente dal presidente americano uscente Joe Biden.
Il primo giorno del forum è stato segnato anche da una protesta organizzata da Greenpeace. Tredici attivisti provenienti da tutta Europa hanno bloccato i delegati in arrivo all’eliporto sul Lago di Davos. Con questa azione pacifica, Greenpeace ha voluto denunciare quella che definisce “l’irresponsabilità delle élite inquinanti” e chiedere ai governi di tassare i super-ricchi per finanziare azioni a favore della giustizia climatica e sociale. Clara Thompson, portavoce di Greenpeace a Davos, ha sottolineato che le disuguaglianze economiche e le crisi ambientali sono strettamente connesse. Secondo Thompson, è necessario che i super-ricchi paghino una quota equa di tasse per affrontare queste sfide globali: “I soldi non mancano, ma al momento sono nelle tasche sbagliate. È ora di far pagare il conto alle élite più ricche e mettere un freno al loro stile di vita inquinante”.
Gloria Giovanditti