Il mercato auto italiano apre il 2025 con il segno negativo, registrando un calo del 5,9% e segnando il sesto mese consecutivo di flessione. Un fattore che ha contribuito a questa diminuzione è stata la presenza di un giorno lavorativo in meno rispetto a gennaio 2024 (21 giorni contro 22). Tuttavia, al di là di questa variabile, il settore parte male e, senza il contributo delle auto immatricolazioni dei dealer, il risultato sarebbe stato ancora più negativo.
Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia, sottolinea come le politiche europee continuino a incidere sulla realtà nazionale, con un mercato interno debole e una filiera produttiva in difficoltà. Questi elementi evidenziano la necessità di un piano europeo che guidi in modo razionale il percorso verso gli obiettivi del 2035, come discusso nel Dialogo strategico sul futuro dell’industria automotive europea avviato il 30 gennaio dalla presidente della Commissione Ue. Secondo Vavassori, è urgente intervenire su più fronti: prevedere flessibilità nella regolamentazione dei target emissivi, stimolare il local content europeo e incentivare l’innovazione tecnologica della filiera per proteggerne e accrescerne la competitività globale.
Anche il presidente di Federauto, Massimo Artusi, interpreta il risultato di gennaio come il riflesso della confusione dei consumatori, condizionati dal dibattito europeo sulle prospettive del Green Deal Automotive e sulle sue modalità di sviluppo. Artusi sollecita un cambiamento di linea da parte delle istituzioni europee, basato su tre punti chiave: l’eliminazione delle multe alle case costruttrici, l’anticipo al 2025 della verifica prevista dal Regolamento CO₂ e l’adozione di un approccio basato sulla neutralità tecnologica per la decarbonizzazione dei trasporti.
Gloria Giovanditti
