mercoledì, Febbraio 5, 2025
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    Dazi USA: l’effetto Trump sull’export del made in Italy

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    Le nuove ipotesi di dazi doganali imposti dagli Stati Uniti sui prodotti europei potrebbero avere un impatto significativo sull’export italiano. L’amministrazione guidata da Donald Trump ha più volte annunciato l’intenzione di adottare misure protezionistiche per tutelare l’industria statunitense, imponendo tariffe aggiuntive su diversi prodotti provenienti dall’Unione Europea.

    Attualmente, gli USA rappresentano il secondo mercato di destinazione per il made in Italy, con un valore delle esportazioni pari a 66,4 miliardi di euro, equivalenti al 10,7% del totale. Dal 2018 al 2023, le vendite italiane verso gli Stati Uniti hanno registrato una crescita del 58,6%, raggiungendo i 24,9 miliardi di euro in più. I comparti maggiormente trainanti nel 2024 sono stati quello farmaceutico (+19,5%), alimentare, bevande e tabacco (+18%), apparecchi elettrici (+12,1%), macchinari (+3,7%), prodotti in gomma, plastica, ceramica e vetro (+3,2%) e il settore del legno, stampa e carta (+2,4%). Tuttavia, l’introduzione di nuovi dazi, stimati al 10% o al 20%, potrebbe provocare un calo delle esportazioni italiane verso gli USA rispettivamente del 4,3% o del 16,8%, mettendo a rischio una fetta consistente del commercio estero italiano.

    Secondo un rapporto di Confartigianato, i settori più esposti all’impatto delle misure protezionistiche statunitensi sono quelli caratterizzati da una forte presenza di micro e piccole imprese. In particolare, comparti come moda, mobili, legno, metalli, gioielleria e occhialeria hanno esportato negli USA beni per un valore complessivo di 17,9 miliardi di euro nel 2024, con un incremento del 3,9% nei primi nove mesi dell’anno.

    Tra i prodotti con la crescita più marcata si segnalano gli alimentari (+24,1%), il legno (+6,4%), i mobili (+4,2%) e l’abbigliamento (+3,5%). A livello territoriale, la regione più coinvolta è la Lombardia, con esportazioni verso gli Stati Uniti pari a 13,5 miliardi di euro (20,5% del totale nazionale), seguita da Emilia-Romagna (16,3%), Toscana (15,6%), Veneto (10,9%), Piemonte (7,9%) e Lazio (5,1%). Tra le province, Milano guida la classifica con 6,1 miliardi di euro di export, seguita da Firenze (5,7 miliardi), Modena (3,1 miliardi), Torino (2,7 miliardi), Bologna (2,6 miliardi) e Vicenza (2,2 miliardi).

    Il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, ha evidenziato come una politica commerciale basata sui dazi possa risultare controproducente nel lungo periodo. “La politica dei dazi può forse pagare nel breve periodo, ma l’esperienza insegna che le sfide commerciali si vincono garantendo la libera circolazione delle merci. Per le nostre imprese si apre una sfida da affrontare intensificando gli sforzi per assicurare l’alta qualità della manifattura made in Italy, arma vincente e distintiva che i mercati sanno riconoscere ed apprezzare. Ma è anche fondamentale muoversi come Sistema Paese, con un impegno deciso da parte del Governo e delle istituzioni a sostegno delle aziende e della competitività dei nostri prodotti”, ha dichiarato Granelli.

    Gli Stati Uniti rappresentano attualmente il principale mercato mondiale per 43 prodotti italiani, tra cui macchinari ad alta tecnologia e produzioni artigianali come gioielleria, occhialeria, mobili, ceramica artistica e strumenti musicali.

     

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