mercoledì, Febbraio 5, 2025
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    L’Europa nel mirino di Trump: possibili dazi sulle esportazioni

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    Negli ultimi giorni l’Europa ha espresso preoccupazione per la minaccia di dazi avanzata da Donald Trump. L’ex presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che “gli europei ci trattano molto, molto male” e ha avvertito che, se non verranno riequilibrati i rapporti commerciali, anche l’Unione Europea dovrà pagare tariffe sulle esportazioni verso gli USA.

    Il commercio tra Stati Uniti e Unione Europea rappresenta un asse fondamentale dell’economia globale. Attualmente, l’Europa gode di un surplus commerciale significativo nei confronti degli Stati Uniti, pari a 155,8 miliardi di euro secondo i dati Eurostat relativi al 2023. Le esportazioni europee verso il mercato statunitense costituiscono il 19,7% del totale delle vendite del blocco comunitario nel mondo, con Germania, Irlanda e Italia tra i principali protagonisti di questo flusso economico. Complessivamente, i Paesi dell’UE esportano negli Stati Uniti beni per un valore di 502 miliardi di euro, mentre le importazioni dagli USA si fermano a 344 miliardi. Questo sbilanciamento è un fenomeno relativamente recente, considerando che trent’anni fa la bilancia commerciale tra le due potenze era in equilibrio.

    Tra i settori europei più coinvolti nel commercio con gli Stati Uniti spiccano quello farmaceutico e quello automobilistico, che potrebbero subire contraccolpi in caso di nuove misure protezionistiche da parte di Washington. La Germania guida le esportazioni con 157,7 miliardi di euro, seguita dall’Italia con 67,2 miliardi e dall’Irlanda con 51,6 miliardi. Sul fronte delle importazioni, invece, i Paesi Bassi sono il principale punto di accesso per i beni americani in Europa, con un valore di 75,2 miliardi di euro, seguiti da Germania e Francia. L’Italia figura al quinto posto, con acquisti per 25,1 miliardi di euro, ma mantiene comunque un surplus commerciale superiore ai 42 miliardi.

    Anche il settore agricolo vede negli Stati Uniti un mercato chiave. Washington è la seconda destinazione delle esportazioni europee in questo ambito, che nel 2023 hanno raggiunto i 27,2 miliardi di euro, pari al 12% del totale, nonostante un calo del 6% rispetto all’anno precedente. La contrazione è stata determinata in particolare dalla riduzione del 27% delle vendite di distillati e liquori. D’altra parte, gli Stati Uniti si confermano il quarto principale fornitore di prodotti agricoli per l’UE, con un valore di 11,7 miliardi di euro, in calo del 4% rispetto all’anno precedente a causa della minore importazione di frutta, cereali e beni non commestibili.

    Oltre ai dazi, l’amministrazione Trump sembra intenzionata a rafforzare la propria posizione nel mercato dell’energia, con particolare attenzione al gas liquefatto. Gli Stati Uniti hanno incrementato in modo significativo le esportazioni di questo prodotto, raggiungendo un picco di 400mila milioni di piedi cubi, secondo i dati della US Energy Information Administration. L’obiettivo di Trump sarebbe spingere l’Europa ad acquistarne quantità maggiori, sebbene il continente sia già uno dei principali acquirenti di energia statunitense: nel 2023 ha assorbito il 47% del petrolio e il 49% del gas esportato dagli USA.

    Di fronte alla prospettiva di nuovi dazi, la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha ribadito la volontà di mantenere un dialogo costruttivo con Washington, pur sottolineando che l’UE reagirà con fermezza nel caso in cui vengano introdotte misure penalizzanti. Anche il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha espresso preoccupazione, ricordando che già in passato le amministrazioni statunitensi, inclusa quella di Joe Biden, hanno utilizzato i dazi come strumento di politica industriale per favorire la rilocalizzazione delle produzioni negli Stati Uniti. Secondo Giorgetti, l’Europa deve sviluppare strategie efficaci per proteggere la propria industria, evitando di essere schiacciata dalla concorrenza asiatica e americana. Tra le possibili contromisure, ha menzionato un utilizzo più mirato della tassazione ambientale, che, a suo avviso, ha penalizzato in particolare il settore dell’automotive.

    Il confronto tra Stati Uniti ed Europa sul commercio e sulle politiche industriali si prospetta quindi acceso, con possibili ripercussioni su settori strategici e sull’equilibrio economico globale.

    Gloria Giovanditti

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