Il colosso delle auto elettriche Tesla sta attraversando una fase di forte contrazione in Europa. A gennaio, le vendite sono crollate in diversi mercati chiave: -59% in Germania, -63% in Francia e -12% nel Regno Unito. La concorrenza cinese e il rallentamento della domanda globale sono fattori chiave, ma un elemento che pesa in modo significativo è la crescente politicizzazione del marchio Tesla, legata alle dichiarazioni e alle scelte di Elon Musk.
Da quando Musk ha reso esplicito il suo sostegno a Donald Trump e lanciato lo slogan “Make Europe Great Again”, la sua figura si è trasformata in un elemento divisivo nel Vecchio Continente. Il coinvolgimento diretto nelle vicende politiche di alcuni Stati europei ha alimentato le tensioni e contribuito a una percezione negativa del brand, tanto da spingere una parte dei consumatori a voltare le spalle a Tesla. In Germania, dove Musk ha pubblicamente sostenuto il partito di ultradestra AfD e partecipato a eventi in loro favore, il marchio sta pagando un prezzo alto in termini di immagine e vendite. In un mercato europeo sempre più attento alla responsabilità sociale delle imprese, l’associazione con posizioni politiche estreme sembra pesare sulle scelte d’acquisto.
Mentre gli investitori di Tesla restano per ora prudenti, la pressione aumenta. Musk, attualmente impegnato a tempo pieno nel Dipartimento dell’efficienza creato da Trump, ha delegato gran parte della gestione delle sue aziende ai fedelissimi, ma la sua assenza potrebbe rivelarsi un ulteriore fattore di destabilizzazione. Se Tesla ha costruito il suo impero sull’innovazione e sulla visionaria presenza del suo fondatore, la sua eccessiva esposizione politica potrebbe ora diventare un limite. Con una fetta crescente di mercato che sembra rifiutare il brand per ragioni che vanno oltre le specifiche tecniche delle vetture, il rischio di un effetto domino è concreto. Il 2025 potrebbe essere l’anno in cui Musk scoprirà che anche il suo impero non è immune alle conseguenze delle sue scelte politiche.