All’indomani dell’intesa tra Stati Uniti e Ucraina su una tregua di un mese, la Russia prova nuovamente a spostare l’attenzione dalle sue responsabilità e lo fa nell’unico modo che conosce: attaccando l’Occidente. Mosca ora ha una sponda nell’amministrazione Trump, quindi l’obiettivo sono gli Stati Europei. In un’intervista rilasciata ai blogger statunitensi Mario Nawfal, Larry Johnson e Andrew Napolitano, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha affermato che “Europa e Regno Unito vogliono sicuramente che [il conflitto] continui”.
Secondo Lavrov, il modo con cui i leader Ue hanno accolto a Londra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo lo scontro nello Studio Ovale con Donald Trump, è indicativo del fatto che gli europei e la Gran Bretagna vogliano “alzare la posta in gioco”, anzi, starebbero “preparando qualcosa per fare pressione sull’amministrazione di Donald Trump perché torni a compiere un’azione aggressiva contro la Russia”. La retorica cospirazionista russa è ben nota e non deve sorprendere: Vladimir Putin continua a bombardare le città e i civili ucraini, ma è l’Occidente che è aggressivo e che vuole la guerra.
I veri negoziati per una pace duratura non sono ancora iniziati, ma il Cremlino mette le mani avanti. Lavrov, infatti, ha ribadito che “in nessun caso” accetterà la presenza di truppe Nato sul territorio ucraino. “Se l’espansione della Nato viene riconosciuta, almeno da Donald Trump, come una delle cause profonde – ha detto Lavrov nell’intervista sopracitata – allora la presenza di truppe dei Paesi Nato sotto qualsiasi bandiera, in qualsiasi forma, sul suolo ucraino è la stessa minaccia”. Questo sarà uno dei punti più delicati e complicati da negoziare, ancor più della cessione di territori ucraini alla Russia. Mosca, infatti, pretende il disarmo di Kiev, un elemento praticamente impossibile da ottenere, motivo per cui potrà accontentarsi di una ‘pace’ che preveda l’assenza di reali garanzie di sicurezza per l’Ucraina, cioè un accordo che escluda, appunto, la presenza di truppe di Paesi Nato sul suolo ucraino.