L’Unione europea, di fronte a potenze globali sempre più ostili, sta uscendo dalla sua zona di comfort per contrastare il declino e riconquistare influenza. Il Clean Industrial Deal sarà una risorsa fondamentale in questa lunga battaglia. Lungi dall’essere una mera evoluzione semantica del Green Deal, questo nuovo programma apre la strada a una vera rivoluzione copernicana dell’UE, ponendo per la prima volta la competitività industriale al centro delle sue politiche. Questo cambiamento di paradigma è un miglioramento portato avanti dal nostro gruppo politico. Da anni il Gruppo PPE difende la necessità di reindustrializzare l’Europa e mette in guardia contro decisioni fuori luogo che, con il valido pretesto della tutela dell’ambiente, finiscono per soffocare le nostre forze produttive.
Il Gruppo PPE è il partito dei lavoratori. Essendo in contatto diretto con gli imprenditori, siamo in gradi di prendere le giuste decisioni. Solo pochi giorni fa a Bruxelles abbiamo riunito diversi rappresentanti chiave delle industrie ad alta intensità energetica, tra cui BASF, ArcelorMittal e Repsol. Ci hanno detto tutti la stessa cosa: “Stiamo guidando la transizione verso soluzioni a basse emissioni di carbonio, ma ci manca il sostegno. I prezzi dell’energia sono inaccessibili e la burocrazia ci sta soffocando”. La nostra risposta sarà all’altezza della sfida.
Il primo passo è fornire il supporto necessario. Il ripristino del dialogo con l’industria deve essere il principio guida delle nostre azioni. Dobbiamo ascoltare le parti interessate prima di proporre leggi. Le industrie del cemento, dell’acciaio e della chimica, ad esempio, non possono essere sottoposte ad un approccio unico e valido per tutti. Ciascun settore si trova ad affrontare sfide specifiche che richiedono una legislazione su misura. Questo è un elemento chiave – anche il buon senso – che avrebbe potuto evitare alcuni disastri, come il divieto dei motori a combustione interna, che è dannoso per il settore automobilistico. In questo contesto, pur accogliendo con favore gli annunci della Commissione, ci aspettiamo chiarezza sui suoi obiettivi climatici per il 2040. Altrimenti, le industrie non potranno pianificare i propri investimenti nella transizione. Lo stesso vale per l’introduzione di una “preferenza europea” negli appalti pubblici e privati. Si tratta di un passo concreto che favorirà la produzione europea pulita e garantirà mercati per i prodotti a basse emissioni di carbonio fabbricati nell’UE. Dobbiamo però fare attenzione a includere tutti i settori e a non lasciarne indietro alcuni. I mercati sono diversi e lo stesso vale per le soluzioni. Le considerazioni economiche devono essere al centro delle nostre azioni.
In secondo luogo, affrontare le sfide energetiche. L’industria europea paga per l’energia molto di più rispetto ad altri grandi attori. Il nostro obiettivo è chiaro: ridurre i costi energetici attuando al contempo riforme per prevenire futuri shock sui prezzi, come la crisi energetica del 2022. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo affrontare i prezzi dell’energia, i costi di rete, i prelievi e le tasse. Sosteniamo inoltre lo sviluppo di contratti di fornitura a lungo termine tra industrie e fornitori di energia, sostenuti dalla Banca europea per gli investimenti, per proteggerci dalle fluttuazioni del mercato.
Dobbiamo, tuttavia, essere realisti: i prezzi dell’energia non scenderanno in modo significativo da un giorno all’altro. La riduzione dei costi richiede sforzi sostenuti nel corso di diversi anni a tutti i livelli, dall’UE alle autorità locali. Anche se gli interventi di mercato a breve termine possono sembrare una soluzione rapida, si tratterebbe però solo di promesse illusorie che non offrono una soluzione a lungo termine. Il Gruppo PPE si opporrà fermamente agli interventi richiesti dai partiti di sinistra e di estrema destra. Invece, una possibile misura realistica di sollievo a breve termine per le imprese e i cittadini potrebbe essere quella di ridurre le tasse sull’energia, che sono eccessivamente elevate in tutta Europa. Gli Stati membri devono assumersene la responsabilità.
Infine, per quanto riguarda la burocrazia, il Gruppo PPE lotta da anni contro questo peso, poiché soffoca i nostri imprenditori e mina la nostra competitività. Accogliamo con favore il cambiamento di paradigma della Commissione e i suoi annunci nel quadro di un’importante iniziativa di semplificazione normativa (Omnibus), che mira a risparmiare 6 miliardi di euro in costi diretti. Che si tratti di rendicontazione non finanziaria, di semplificazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) o di allentamento dei criteri di rendicontazione ambientale, abbiamo urgente bisogno di razionalizzazione a tutti i livelli. Inoltre, ci aspettiamo che la Commissione intraprenda un’azione forte sulle regole per lo sviluppo dell’idrogeno. La capacità di innovazione dell’UE in questo settore si è persa nel suo stesso labirinto normativo. La Commissione deve rivedere urgentemente le normative sull’idrogeno, compreso l’Atto delegato sui combustibili rinnovabili di origine non biologica, che sono attualmente troppo dettagliate e restrittive, ostacolando l’incremento della produzione di idrogeno in Europa. L’imminente atto delegato sull’idrogeno a basse emissioni di carbonio deve mantenere la promessa della Commissione di una vera neutralità tecnologica e di un approccio razionale.
L’Europa è a un bivio. Per fermare il declino e riconquistare la leadership, dobbiamo liberare il potenziale delle nostre imprese, eliminare le normative che soffocano la produzione e garantire energia stabile e conveniente. Questa lotta non sarà facile e i finanziamenti necessari supereranno probabilmente i 100 miliardi di euro già annunciati dalla Commissione. Tuttavia, promuovendo il Clean Industrial Deal, il Gruppo PPE ha dimostrato che è possibile un’altra strada, che combina la competitività con la transizione verso soluzioni a basse emissioni di carbonio. È tempo di Europe First.
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Manfred Weber, Presidente del Gruppo PPE
Massimiliano Salini, Vicepresidente del Gruppo PPE
Christian Ehler, portavoce del Gruppo PPE per l’industria, la ricerca e l’energia.