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    Spazio e impresa: intervista a Chiara Chiesa

    Chiara Chiesa, bresciana, è inserita tra le 1000 “Unstoppable Women”, la lista delle donne più influenti in Italia nel settore innovazione di StartupItalia. Inoltre è fresca del prestigioso ruolo internazionale come mentore, ambasciatrice e modello di donna per il programma Space4Women delle Nazioni Unite. Con lei abbiamo parlato delle potenzialità di un settore ancora poco esplorato in Italia ma estremamente promettente.

    Di cosa si occupa, dott.ssa Chiesa?

    Sono una PR internazionale e mi occupo di Space Technology Commercialization Transfer. Il mio ruolo è quello di consulente che ha il compito di accompagnare le aziende e le startup mettendole in contatto con gli enti giusti e con altre imprese per facilitare il loro ingresso nel settore dell’aerospazio. Si tratta di creare un network tra le persone studiando in maniera approfondita il percorso da fare, le strategie migliori e soprattutto le opportunità che ci sono, legate ai programmi di trasferimento tecnologico dell’Agenzia Spaziale Europea.

    Cosa l’ha portata ad approcciarsi al mondo aerospaziale?

    Una gara della NASA, la NASA Space Apps Challenge. Mi ha incuriosito la possibilità che fosse aperta a chiunque e con il coinvolgimento di due miei amici, un bocconiano fresco di laurea e il più grande coltivatore di canapa del nord Italia, abbiamo partecipato insieme ad un gruppo di ragazzi americani, realizzando un progetto per introdurre la canapa come alimento e coltura sostenibile per risollevare l’economia della fascia subsahariana. Ho scoperto così l’enorme potenziale dei dati spaziali e l’importanza del loro utilizzo nei più diversi settori, così ho pensato di portare la gara anche a Brescia. Non è stato semplice, ma con l’aiuto di Andrea Giannattasio – che è poi diventato il mio co-fondatore dell’associazione Interstellars per la divulgazione scientifica dell’utilizzo dei dati satellitari – ce l’ho fatta. Questo mi ha spinto a guardare oltre, a studiare e documentarmi per dare un pezzo in più a questa cosa. Perché quando si partecipa a questa gara si creano dei progetti che sono potenzialmente delle startup innovative e a tal proposito sto lavorando affinché questi ragazzi possano poi proseguire il loro percorso con un supporto per aprire la loro startup. Da qui poi è cominciato il mio percorso di consulenza rivolto alle imprese interessate a lavorare in questo settore.

    Quali opportunità ci sono per le imprese in questo ambito?

    Ci sono moltissime opportunità da sfruttare per i nostri imprenditori, di cui però purtroppo non sono a conoscenza. Parliamo di opportunità che riguardano la possibilità di creare delle tecnologie da utilizzare all’interno della loro azienda, o comunque tecnologie ad uso terrestre, utilizzando le licenze di tecnologie spaziali oppure i dati satellitari. Per fare questo ESA (Agenzia Spaziale Europea, ndr) mette a disposizione mentori, quindi un supporto tecnico, e risorse economiche non indifferenti a fondo perduto. Parliamo di cifre importanti che oscillano dal 35% ad oltre l’80% della spesa sostenuta dall’azienda per la realizzazione del progetto, erogati man mano che sviluppa la tecnologia. Se un imprenditore volesse dar vita ad una branch della sua azienda creando una tecnologia ad uso terrestre, utilizzando dati e tecnologie spaziali, viene facilitato e si apre un nuovo mercato.

    Quali sono le aziende che possono avere maggiore interesse ad approcciarsi a questo settore?

    Non c’è un settore in particolare, in realtà qualsiasi tipo di azienda se ha un’idea per utilizzare questi dati e tecnologie per creare qualcosa all’interno della sua realtà o per creare dei prodotti o anche servizi, è eleggibile. Pensiamo ad esempio ai droni in agricoltura, questi usano i dati satellitari per muoversi, e un’azienda potrebbe quindi crearli ed affittarli a chi ha i campi agricoli. Ma ci sono anche aziende che fanno materiali, ho dato supporto ad un’azienda che produce prodotti in grafene per entrare nel network ESA per fare trasferimento tecnologico. Le opportunità ci sono, bisogna studiarle e saperle cogliere. Oltretutto parte di alcuni servizi sono anche gratuiti.

    In Italia, in base alla sua esperienza, è un mondo ancora inesplorato?

    Assolutamente, c’è bisogno di fare divulgazione, e spero che se ne parli sempre più e le aziende ne approfittino, perché l’Italia è il terzo contributore europeo all’Agenzia Spaziale Europea e questi sono anche nostri fondi che devono tornare ai cittadini. Bisogna precisare che in ambito aerospaziale agiscono solo gli enti governativi, mentre quando parliamo di “new space” significa che anche le aziende private possono entrare in competizione o aiutare, come è successo nel caso di SpaceX, gli enti governativi a raggiungere degli obiettivi di sviluppo anche dell’economia spaziale. A breve la Nasa manderà dei robot sulla Luna per effettuare delle estrazioni, quindi c’è tutto un nuovo mondo che si apre, anche in termini di regolazioni legali, perché bisogna capire chi può sfruttare gli asteroidi e la Luna. Si sta aprendo una nuova epoca e noi stiamo assistendo a questa cosa pensando che lo spazio sia semplicemente l’astronauta o la costellazione.

    Invece?

    Lo spazio, l’economia spaziale, è un mercato immenso da 383 mld di dollari che triplicheranno nei prossimi 20/30 anni. Gli investimenti sulle startup spaziali, non solo quelle che vanno verso lo spazio, ma quelle di downstream, cioè quelle che usano le tecnologie e le pattern spaziali per realizzazioni ad uso terrestre, stanno vedendo degli investimenti molto forti. La cosa che nessuno dice, e che è importante, è che lo spazio è una risorsa che si può usare per risollevare la nostra economia e noi non possiamo permetterci di perdere di vista quest’opportunità. In Italia poi abbiamo tante aziende che creano componenti per lo spazio, non solo a Torino o Roma, a Brescia abbiamo il gruppo Camozzi che li realizza per la NASA o la GP Advanced Projects che realizza nanosatelliti. Aipas è l’associazione di queste piccole e medie imprese che creano valore nel mondo dell’aerospazio, ma che rimane tuttora un po’sommerso. Sarebbe molto importante mappare tutte queste realtà per avere un quadro più preciso e riuscire così a valorizzare la filiera.

    Il suo impegno nel settore spaziale le ha permesso anche di raggiungere un traguardo importante, la nomina a mentore e ambasciatrice per il programma Space4Women delle Nazioni Unite. Di cosa si tratta?

    È un programma dell’ufficio per lo spazio UNOOSA per il quale sono stata selezionata come mentore, ambasciatrice e modello di donna cui ispirarsi, perché spesso le ragazze pensano che andare a lavorare in questo settore sia una cosa riservata ai soli uomini. Invece il mondo dello spazio è fatto di aziende che stanno crescendo in maniera esponenziale in tutto il mondo e hanno bisogno di tante e diverse professionalità in cui anche le donne possono trovare il loro ruolo. Nel programma Space4Women gli obiettivi di sviluppo sostenibile fondamentali sono la parità di genere e l’istruzione di qualità. Se una donna viene aiutata a formarsi, ad avere accesso ad un’istruzione completa e a luoghi di lavoro dove ci sono pari opportunità, tutta la società ne beneficia. Lo scopo di questo network è quello di creare le condizioni affinché questo avvenga, innanzitutto dicendo alle ragazze che è possibile, mostrando loro che ci sono donne che lo stanno facendo, e in secondo luogo gettare le basi perché, con l’appoggio di noi mentori, riescano ad entrare nel settore.

    Micol Mulè

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