Preoccupati i residenti: assembramenti, mascherine optional, schiamazzi e scarsi controlli. Sala: “Lavorare di più e meglio sul tema della sicurezza”.
Lavorare di più e meglio sul tema della sicurezza. Parole di Beppe Sala all’alba di un week end pieno di assembramenti all’insegna di una movida sfrenata e senza regole nei noti punti caldi del capoluogo milanese.
Non sono bastati ammonimenti, pattuglie di controllo dislocate per la città e nemmeno i pareri degli esperti che, seppur aprendo ad un cauto ottimismo, non smettono di sottolineare che il rischio è ancora dietro l’angolo. Tutto è tornato come prima. Dai Bastioni di Porta Venezia ai Navigli, da Corso Como al Sempione, la fotografia è quella della vecchia “Milano da bere” del periodo pre-Covid, con qualche tavolino in più a occupare le strade – sono 12mila i metri quadri già concessi dal Comune a bar e ristoranti per l’occupazione di suolo pubblico – per il resto stessi assembramenti, schiamazzi e perfino risse, con tanto di accoltellamento, come se nulla fosse.
L’occhio vigile dei residenti, anche in questo fine settimana, non ha mancato di immortalare con dovizia di particolari le immagini-fotocopia dei primi week end successivi al lockdown. Per loro, l’incubo delle notti insonni torna puntuale come ogni anno all’avvicinarsi dell’estate, con l’aggravante del mancato rispetto delle norme sulla sicurezza: tra distanziamento inesistente e scarso utilizzo delle mascherine, ridotte per lo più alla stregua di un foulard.
È bastata una curva epidemiologica in deciso calo per far passare l’idea, nella mente di molti, che l’emergenza sanitaria sia definitivamente alle spalle e che non sia più strettamente necessario il rispetto di quelle semplici regole per garantire la socialità in sicurezza.
Così la Darsena, come corso Garibaldi, via Lecco e l’area attorno al parco Sempione, ritornano a pullulare di avventori alla ricerca di un drink d’asporto che, dopo il “castigo” del sindaco – durato una settimana – è nuovamente disponibile anche in orario serale.
L’ordinanza del 26 maggio scorso, che vietava la modalità take away di alcolici e superalcolici oltre le 19, ha avuto vita breve dopo le numerose – e legittime – proteste degli esercenti ed è stata prontamente revocata dal sindaco Sala che ieri, nel consueto messaggio Fb alla città, ha invocato la collaborazione della Federazione dei Pubblici Esercizi affinché i gestori di bar e ristoranti segnalino le situazioni critiche all’esterno dei locali, in modo tale da consentire il pronto intervento delle Forze dell’Ordine per garantire la sicurezza.
In sostanza, nel controverso pensiero del primo cittadino, dovrebbe essere compito del gestore del locale segnalare i clienti indisciplinati e non del Comune garantire – a prescindere – controlli capillari. Questi ultimi, secondo quanto segnalato di residenti, sarebbero infatti pressoché inesistenti nelle zone più critiche della città dove è solita ritrovarsi la movida milanese limitandosi, nelle poche occasioni di controllo, ad ammonimenti verbali di scarsa efficacia.
Non va meglio nemmeno nei parchi della città che sono tornati ad essere la scenografia ideale delle famigerate feste abusive con tanto di barbecue, birra a fiumi e gli immancabili schiamazzi. A poco sono valse le segnalazioni dei cittadini e l’intervento delle Forze dell’Ordine, che hanno soltanto sortito l’effetto di far spostare il party improvvisato da via Pismonte ad un’altra zona del Corvetto.
Se la Fase 3 avrebbe dovuto costituire un ulteriore passo in avanti verso la normalità, nel rispetto delle regole, quel che è certo è che per molti è stata invece interpretata come un “liberi tutti”.
Micol Mulè