Dal 1° giugno è in vigore il Duc per auto e moto, uno strumento che dovrebbe semplificare gli iter burocratici ma che al momento non sta funzionando come dovrebbe.
Una riforma pensata per semplificare il sistema sta producendo effetti opposti. È quanto sta accadendo con il Duc, il documento unico di circolazione, che da quest’anno dovrebbe sostituire il certificato di proprietà, rilasciato dall’ACI, e il libretto di circolazione del veicolo, di competenza della motorizzazione.
Una riforma che cominciò nel 2015 con lo scopo di rendere più snelle le procedure che riguardano il mondo automobilistico e motoristico ma che, a causa dell’insorgere del covid-19, non sta avendo gli effetti sperati. La legge 124 del 2015, conosciuta come la riforma Madia della pubblica amministrazione, all’articolo 8 introduceva una serie di ipotesi, come la possibilità di abolire il Pra (pubblico registro automobilistico), con lo scopo di far risparmiare gli utenti che dovessero registrare i veicoli o volessero effettuare un passaggio di proprietà.
Con il decreto legislativo 98/2017 la riforma ha preso piede: il Pra non è stato abolito, tuttavia dal 1° giugno è stato introdotto il Duc per le autovetture e altri mezzi leggeri di nuova immatricolazione o che vengono sottoposti a reimmatricolazione o ad un passaggio di proprietà. Entro la fine di ottobre tale procedimento dovrà essere attuato anche per i mezzi pesanti, i veicoli in leasing e a noleggio. Oltre alla diminuzione dei documenti necessari, gli utenti avranno benefici anche da un punto di vista economico, con un risparmio medio stimato pari a circa 39 euro per veicolo. Peccato che nel frattempo siano sorti tutta una serie di ostacoli che rendono tutt’altro che lineari queste nuove procedure.
È stato avviato un processo di digitalizzazione delle pratiche e una serie di aggiornamenti dei sistemi operativi che richiedono la formazione del personale. Personale che però è stato costretto a rimanere a casa a causa della chiusura degli uffici conseguente la diffusione del covid-19. È stato dunque concesso il ricorso ai fascicoli cartacei i quali però devono essere consegnati di persona presso gli uffici, molti dei quali ancora oggi o restano chiusi o hanno forti limitazioni d’orario. Per quanto riguarda l’operazione più comune tra gli utenti, cioè il passaggio di proprietà di un veicolo, i protocolli di fatto richiedono ancora la presenza fisica dei soggetti interessati.
Per le altre pratiche è possibile rivolgersi allo sportello telematico dell’automobilista, anche se di fatto la motorizzazione è a corto di personale per garantire un servizio efficiente. Insomma, è normale che quando venga implementata una riforma si incontrino poi delle difficoltà pratiche. Tuttavia ancora una volta l’Italia della burocrazia sembra avere la meglio sui cittadini i quali al momento navigano a vista, nella speranza che un giorno tutto verrà semplificato.
Simone Fausti