Emergenza lavoro Lombardia: in due mesi autorizzate 295 milioni di ore di Cig
Corrispondono al 95% di quelle dell’intero 2010, anno del picco della crisi 2008. Milano, Monza Brianza e Lodi le zone più colpite. Assolombarda: urge investire nella ripresa del sistema produttivo.
Il quadro lombardo è critico, 295 milioni di ore di Cig autorizzate tra aprile e maggio, che da sole corrispondono al 95% di quelle riferite all’intero anno 2010 in cui si toccò il picco della crisi del 2008. Di queste, 117 milioni sono le ore totali di cassa integrazione richieste nelle sole province di Milano, Monza Brianza e Lodi per affrontare l’impatto dell’emergenza sanitaria sul fronte occupazionale, che corrispondono alle ore lavorate in due mesi da circa 340mila lavoratori, un quinto della forza lavoro delle province considerate.
Questo è quanto emerge dall’analisi di Assolombarda che fotografa una situazione quantomai allarmante: “Un dato preoccupante che mostra chiaramente come i territori di Milano, Monza Brianza e Lodi siano stati tra i più colpiti in Lombardia dal Covid e dal Lockdown, con pesanti ripercussioni su produzione e occupazione” è il commento del direttore generale, Alessandro Scarabelli. “L’attuale situazione del mercato del lavoro è certamente influenzata dal blocco dei licenziamenti e dall’attivazione degli ammortizzatori sociali, ma si tratta di soluzioni di emergenza che non possono durare a lungo –sottolinea – Servono misure che producano crescita e che rilancino la domanda interna, che attualmente è ancora ferma, investendo nella ripresa del sistema produttivo, quale elemento necessario per il rilancio dell’occupazione e dei consumi”. E proprio sul tema dell’occupazione, già da diverso tempo Assolombarda ha avviato, insieme a Cgil, Cisl e Uil del territorio di Milano, un monitoraggio – realizzato annualmente dai rispettivi centri studi – che raccoglie i dati sul mercato del lavoro e analizza la realtà economico-produttiva del territorio, attraverso l’osservatorio “Il Lavoro a Milano”. Dalle segreterie generali di Cgil, Cisl e Uil la conferma di una situazione già critica: “Negli ultimi mesi del 2019 anche nel milanese avevamo rilevato delle criticità sul mercato del lavoro e sull’andamento economico, ma la pandemia ha cambiato nettamente in peggio gli scenari – affermano con preoccupazione – oggi ci sono migliaia di persone senza lavoro, con un impiego precario o ancora in attesa della cassa integrazione. Sollecitiamo il Governo e le istituzioni locali a intervenire nell’immediato e che favoriscano la crescita e lo sviluppo nel medio e lungo periodo”.
Un intervento che si rende necessario anche a fronte dei dati relativi ad occupazione e assunzioni. In Lombardia, nel primo trimestre 2020, è stata rilevata una diminuzione di 3 mila occupati, indotta da un calo degli occupati indipendenti (-35mila) cui si contrappone un aumento dei dipendenti (+32mila). Considerata la flessione dell’occupazione, la discesa del tasso di disoccupazione al 4,8% rappresenta un elemento negativo perché riflette l’aumento dei soggetti inattivi, ovvero coloro che, scoraggiati dalla situazione, rinunciano alla ricerca di un’occupazione. Guardando poi alle assunzioni complessive a livello nazionale attivate dai datori di lavoro privati, i dati riferiti al periodo compreso tra gennaio e marzo 2020, dimostrano che l’impatto è prevalente sulle assunzioni con contratti di lavoro a tempo determinato, -25,2%, che trascinano il calo complessivo a – 24,2%. Crollano anche le trasformazioni da tempo determinato, – 26,2% rispetto allo stesso trimestre 2019. Per molti lavoratori e per diversi settori il futuro si presenta carico di incertezze.
Micol Mulè