Infrastruttura comune super fibra entro fine luglio
“Una sola rete in fibra”. Il governo spinge Tim e Open Fiber
Venerdì scorso al Ministero dell’Economia si è tenuto un incontro tra Cassa depositi, Enel e Tim per tracciare le linee guida di un progetto che porterà alla nascita di un’unica società della rete in fibra, dotata di una governance naturale distinta da Tim.
In ambienti finanziari e politici cresce la consapevolezza che i tempi sono maturi nonostante l’emergenza coronavirus.
L’idea sarebbe quella di creare sotto il cappello di Tim un veicolo denominato FiberCop, che faccia da aggregatore per la creazione di un’unica rete.
Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim, aveva conferito in una società ad hoc la rete secondaria di Tim, quella in fibra e rame che dall’armadietto in strada porta dentro le case di tutti gli italiani. In questa scatola è confluito anche l’80% che Tim possiede in Flash Fiber, che ha cablato 28 città italiane.
Il fondo Usa Kkr aveva chiesto di investire nel progetto, partendo da una valutazione preliminare di 7,5 miliardi di euro, per formulare un’offerta per una quota di minoranza.
Secondo fonti del settore, il fondo Kkr potrebbe formulare la sua offerta vincolante per FiberCop entro la fine di luglio, andando a rilevare probabilmente una quota minore di quella inizialmente prevista in modo da far spazio ad altri investitori, sia internazionali che italiani. Uno di questi dovrebbe essere Fastweb, società controllata da Swisscom che starebbe trattando di scambiare il suo 20% di Flash Fiber con un 5% circa della rete secondaria di Tim.
Nell’intento di tenere a bordo tutti gli operatori alternativi clienti di Open Fiber all’interno della governance futura della società della rete, di cui Tim avrebbe la maggioranza del capitale, sarebbe offerta loro la possibilità di partecipare anche al capitale della società della rete unica, proprio come ha scelto di fare Fastweb, che è anche l’operatore telefonico tricolore con più clienti sulla banda ultralarga.
Andrea Curcio