Nibol, l’app per gli smart worker, sbarca a Torino
Non più tardi di qualche anno fa è nata Nibol, un’applicazione per gli smart worker e per i lavoratori con necessità di flessibilità e possibilità di lavoro da remoto. Se già qualche tempo fa i dati sugli smart worker indicavano un aumento della categoria, dopo il lockdown causato dal Covid-19 (e ancora di più con la Fase 3), diventa sempre più necessario fare una riflessione a 360 gradi su produttività e necessità di avere a disposizioni nelle varie città italiane spazi fluidi, coworking attrezzati e basi d’appoggio per connettersi alla rete e poter lavorare agilmente fuori dall’ufficio e senza necessariamente stare a casa.
Nibol è nata infatti come startup di otto persone, ideata dal web designer freelance Riccardo Suardi e strutturata per essere scaricata gratuitamente. Una partenza a Milano, dove sulla mappa erano indicati i locali più vicini dove prenotare un tavolo per quattro persone, fino a quattro ore e senza extra, pagando solo la consumazione e con uno sconto sulla spesa.
In questo periodo, però, l’app – che si era finora sviluppata più che altro nell’hinterland milanese – è approdata anche a Torino, trasformando di fatto bar e caffetterie torinesi in vere e proprie postazioni sanificate per poter lavorare. Oltre a prese elettriche, aria condizionata e connessione, sull’app è possibile anche leggere le recensioni rilasciate da altri clienti su voci quali comodità e tranquillità, ma anche qualità di cibo e bevande.
Secondo alcune indagini di Cgil, il mondo del lavoro in questi mesi ha visto tanti cambiamenti e almeno il 60% dei lavoratori che sono stati in smartworking proseguiranno così. In questo senso, la direzione è segnata sia in termini di sviluppo di app e servizi digitali come questa per favorire questo genere di lavoratori, sia per esercenti, proprietari di locali, bar e ristoranti, che hanno tanto sofferto questo periodo di chiusura e potrebbero ora trovare in questo spunto un’occasione di rilancio delle proprie attività produttive e commerciali.
Aldo Drappero