Assunzioni a tempo indeterminato: bonus 100%
Il governo sta studiando una misura che incentivi le assunzioni a tempo indeterminato, parallelamente al prolungamento della cig e dello stop dei licenziamenti.
Per far ripartire il Paese è inevitabile intervenire sul mondo del lavoro, in particolar modo sul lato dell’offerta, favorendo le condizioni perché le imprese ricomincino ad assumere. Per questo motivo il governo, mentre prepara il prossimo decreto che dovrebbe essere pronto per agosto, sta valutando la possibilità di un bonus contributivo del 100% della durata di sei mesi nei confronti di quelle aziende che assumono o trasformano dei contratti a tempo indeterminato.
Una misura che dovrebbe essere rivolta a qualunque lavoratore, a prescindere dall’età anagrafica. Per il momento è stato messo a disposizione un miliardo di euro ma così come è stato pensato, tale provvedimento richiederebbe risorse per un valore dieci volte superiore. Un ambito, quello del lavoro a tempo indeterminato, che da tempo non cresce e che con l’arrivo del coronavirus e del conseguente lockdown ha subito un vero tracollo.
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, le assunzioni a tempo indeterminato nel gennaio del 2020, quindi prima che l’Italia venisse a conoscenza dell’epidemia di coronavirus, sono state 165mila contro le 184mila del gennaio 2019. I mesi successivi, caratterizzati da lockdown e quarantena, hanno registrato ovviamente numeri via via peggiorativi: 107mila nuovi indeterminati a febbraio 2020, 80mila a marzo e 29mila ad Aprile. Lo stesso trend è stato registrato per le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine.
Il governo sta lavorando anche ad una proroga della cassa integrazione d’emergenza di ulteriori 18 settimane. L’intento è quello di coprire il periodo che va da giugno a dicembre 2020 anche se le opzioni per le aziende dovrebbero essere due: o 18 settimane subito, o 9 settimane per tutti e le altre 9 solo per quelle aziende che hanno subito un calo del fatturato. L’entità del calo perché si possa accedere alla seconda opzione deve ancora essere definita. Per quelle realtà produttive che non hanno subito cali di fatturato, le seconde 9 settimane non saranno a carico dello Stato ma sarà necessario fornire un contributo. Infine, per quelle imprese che rinunciano alla cig e fanno fare orario pieno ai dipendenti, dovrebbe essere previsto uno sgravio di 3/6 mesi.
Nel decreto di agosto dovrebbe essere presente anche il prolungamento dello stop ai licenziamenti fino alla fine dell’anno e attualmente in scadenza il 31 agosto, con delle deroghe in caso di fallimento o cessazione d’attività.
Simone Fausti