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    Codacons: a Milano il primato di città italiana più cara nel post-Covid

    Codacons: a Milano il primato di città italiana più cara nel post-Covid

    L’indagine Codacons mette a confronto 18 grandi città italiane su prezzi e tariffe di beni e servizi. Napoli è la più economica per gli alimentari e Pescara la più conveniente per i servizi.

    Che Milano fosse cara non è certo una novità e lo dimostra anche nella fase post-Covid, che la vede detentrice del primato di città italiana con il più alto costo della vita. Questo è quanto emerge dallo studio realizzato da Codacons su prezzi e tariffe di beni e servizi in vigore in Italia nel mese di giugno su un campione di 18 grandi città dislocate su tutto il territorio nazionale.

    Secondo l’indagine, Milano è la città dove vivere costa di più, mentre Napoli quella che può vantare i prezzi più bassi per i prodotti alimentari e Pescara la città più conveniente per quanto riguarda i servizi.

    Un paniere composto da 31 voci suddivise tra beni e servizi, dal pane fresco alla carne, ma anche Tari, gasolio e dentista, passando per il caffè al bar e il cappuccino fino al taglio di capelli sia per uomo che per donna. Obiettivo dell’indagine verificare il livello medio di prezzi e tariffe in vigore nelle principali città italiane e capire come abbia inciso l’emergenza sanitaria sul costo della vita, evidenziando le differenze tra le varie aree del paese.

    Emerge così che nella città più cara, ovvero Milano, si spendono mediamente 262 euro in più rispetto alla più economica Pescara, e se nel sud della penisola è notevolmente più vantaggioso mangiare, si spende molto di più che al nord per la tassa sui rifiuti.

    Nello specifico, Milano risulta essere la città più costosa con una spesa pari a 853,43 euro per l’acquisto dell’intero paniere, seguita da Cagliari con 821,37 euro e Napoli con 819,53 euro, su queste ultime incide notevolmente la spesa per la Tari, la più elevata tra le città esaminate. Pescara può vantare il primato di città più economica per la spesa di beni e servizi oggetto dell’indagine, con una spesa media di 590,97 euro.

    Sul fronte degli alimentari, fare la spesa a Milano costa mediamente 109 euro, contro i 72,24 euro di Napoli, che agguanta il primato di città più conveniente per l’acquisto di frutta, verdura, carne e pesce, seguita da Catanzaro (73,17 euro), entrambe al di sotto della media nazionale di 87,24 euro.

    Preparare la classica insalata light a base di pomodori, insalata e petto di pollo, nel capoluogo lombardo può essere molto meno light per il portafoglio, se si pensa che un kg dell’ortaggio rosso costa 4,73 euro contro la media nazionale di 2,73 euro, la lattuga 2,47 euro quando mediamente si può portare a casa per meno di 2euro e per il petto di pollo ci vogliono ben 13,34 euro contro i 10,62 euro del resto d’Italia.

    Meglio ripiegare sul pesce? Guardando il costo del salmone fresco e delle alici, si direbbe di no. Per il primo occorrono 24,37 euro a fronte di una media nazionale di 17,85 euro e le seconde superano quasi del doppio la media di 6,94 euro al kg.

    Dall’indagine condotta da Codacons emergono altri dati degni di interesse: ad esempio, per risparmiare sul costo di un’otturazione è meglio andare a Palermo dove si spendono circa 63 euro, non certo ad Aosta che ne richiede tre volte tanto, oppure per riparare l’auto la città più conveniente è Ascoli Piceno, dove con meno di 26 euro si può ottenere un servizio di convergenza ed equilibratura.

    Per il caffè al bar meglio darsi appuntamento a Catanzaro, 0,80 cent contro una media di 1,35 euro, a Torino per i servizi di tintoria. Trento la città dove le donne spendono di più per il taglio di capelli, in media 23,80 euro, mentre Genova la più cara per benzina e gasolio.

    Micol Mulè

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